Oltre 1.500 manufatti tra abiti,
cappelli, corpetti, pizzi e vari accessori ordinati
cronologicamente. Sono il 'tesoro' del museo del costume e della
moda siciliana di Mirto (Me) che si trova nel palazzo nobiliare
del 1700 appartenuto all'illustre famiglia locale Cupani, ora di
proprietà comunale. E' questa l'attrattiva più importante del
piccolo paese, un migliaio di anime, arrampicato sui Nebrodi.
Le collezioni, donate da privati, illustrano il modo di vestire
dei siciliani nell'arco di circa tre secoli raccontando la
storia del costume non solo come manufatto, ma soprattutto in
chiave antropologica ed etnografica. Il Palazzo Cupane, oltre ad
essere sede del museo, è anche luogo di mostre ed esposizioni.
Tra queste, anche quella permanente del fotografo siciliano Melo
Minnella, con immagini della Sicilia e del mondo, realizzate in
oltre 50 anni di attività artistica. Una rassegna voluta dal
comune di Mirto, in collaborazione con l'assessorato regionale
ai beni culturali e dell'identità siciliana, in cui vengono
riproposti alcuni dei più importanti scatti di Minnella, che
ormai da diversi anni ha deciso di eleggere Mirto come uno dei
suoi luoghi di residenza. La cittadina fa parte dei 9 paesi
della Valle del Fitalia che ospitano diverse sculture dei Gagini
e della loro scuola, con oltre 30 opere: il Ciborio di Antonello
Gagini del 1530, nella Chiesa Madre Maria S.S. Assunta,
descritto in un apposito pannello in italiano ed inglese. Altra
opera la Madonna col Bambino di Giuseppe Gagini del 1578, nipote
del più famoso Antonello. "Ma Mirto - spiega il sindaco
Maurizio Zingales - è rinomata anche per le carni del suino nero
dei Nebrodi che vengono magistralmente lavorate da aziende
locali e per la riscoperta di una cultivar di oliva tipica "a
Vaddarica" o come chiamata in passato in tutta la Sicilia "a
scarsitta di Mirto", ideale come oliva da tavola. Fa parte delle
cultivar della Igp Sicilia dell'olio extra vergine di Sicilia,
ma che ha rischiato di scomparire se non si fosse sviluppata
un'azione di salvaguardia come quella attuata dal comune insieme
con le aziende locali. Abbiamo inserito la cultivar tra i
prodotti di denominazione comunale (De.Co), strumento
finalizzato a censire e valorizzare quei generi agro-alimentari
legati alla storia, alle tradizioni e alla cultura del
territorio comunale". Infine, da 5 anni il comune organizza un
festival dedicato alle olive e all'olio delle cultivar dei
Nebrodi e della Sicilia e l'appuntamento sarà il 2, 3 e 4
settembre prossimi.
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