"Joan Miró. E' quando sogno che vedo
chiaro" è il titolo di una mostra dedicata a uno dei massimi
protagonisti dell'arte del secolo scorso, che sarà aperta al
pubblico dal 29 aprile al primo ottobre nelle sale del Museo
archeologico regionale di Piazza Roncas, ad Aosta.
Il percorso espositivo "delinea la figura dell'artista-uomo -
si legge nella presentazione - sfiorando le peculiarità della
sua persona, dalle convinzioni ecologiste all'impegno nella
lotta antifascista, dall'esigenza fortissima di libertà alla sua
ribellione verso ogni forma di tirannia fino alla sua capacità
di intrecciare arti lontane come la poesia, la scultura, il
teatro, la fotografia". Le sezioni dell'esposizione mettono
appunto in evidenza il triplice impegno morale di Miró: il
rispetto per la natura, la libertà politica e l'innovazione del
linguaggio artistico.
Al pubblico saranno presentati sculture, olii, i fantocci di
Mori el Merma (Morte al fantoccio), la sovversiva e festosa
opera teatrale del 1978, ma anche tredici famosi libri d'artista
e quattro videointerviste - realizzate appositamente per la
mostra - a persone che conobbero o lavorarono con Miró (il
nipote Joan Punyet Miró, Rosa Malet, Colita e Joan Baixas). "Di
estremo interesse sono poi le testimonianze delle persone che
vissero o collaborarono con lui. Sono familiari, fotografi,
cineasti, storici dell'arte o uomini di teatro che attraverso
video, fotografie e interviste ci raccontano del Miró uomo,
dell'artista e delle sue opere" spiega il curatore della mostra,
Josep Maria Camps Codina.
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