PESCARA - Settanta scatti in bianco e nero che raccontano anni alla ricerca di tracce della millenaria civiltà pastorale sviluppatasi in Abruzzo lungo i due tratturi, sentieri modellati nei secoli in uno straordinario rapporto tra economia, ambiente e paesaggio, strade erbose, larghe fino a 111 metri, che permettevano alle pecore di alimentarsi durante il cammino. Fino a domani, domenica 8 maggio, l'imponente e suggestivo lavoro di Herbert Grabe sulla transumanza si potrà ammirare al Museo Forestale del Parco Nazionale della Foresta Bavarese a St. Oswald dove è allestita la mostra "Gesichter und landshaften in den abruzzen - Volti e paesaggi in Abruzzo".
Il direttore editoriale della rivista "Abruzzo nel Mondo" Antonio Bini, già dirigente del Settore Turismo della Regione, studioso appassionato di storia e tradizioni abruzzesi, ha partecipato a un convegno nel museo di quello che è il più antico parco naturale della Germania. Davanti a un pubblico di ambientalisti, escursionisti e amanti del binomio 'Natur und Kultur', Bini è stato introdotto dal direttore del museo Christian Binder e preceduto dallo stesso Grabe che ha spiegato luoghi e paesaggi della pastorizia protagonisti delle foto, soffermandosi sul senso di desertificazione di spazi un tempo vissuti da un immenso numero di pecore e pastori.
"Nella mia relazione - spiega Bini - ho richiamato alcune descrizioni del mondo pastorale raccontate da viaggiatori tedeschi del Grand Tour, intrecciandole al mio ricordo di bambino, a Vasto Marina, sul passaggio delle greggi verso il Tavoliere, e ho ringraziato Grabe per l'opera di divulgazione che da anni svolge, anche con il tour operator 'Erde und Wind', evidenziando i volti e l'umanità dei pastori, insieme ai valori del paesaggio. Ho avuto anche l'occasione di ricordare i pastori recentemente scomparsi, Gregorio Rotolo di Scanno, Giulio Petronio di Castel del Monte e Paolino Sanelli di Caramanico, i cui volti sono presenti nella galleria di immagini. Anche le loro esperienze di vita - prosegue Bini - hanno concorso al riconoscimento Unesco della transumanza come patrimonio culturale immateriale dell'umanità". Dall'analisi delle foto di Grabe è emersa la consapevolezza che i tratturi di un tempo sono andati perduti, ad eccezione di limitatissimi tratti. "Per il resto - osserva Bini - strade, costruzioni e coltivazioni si sono da tempo sovrapposti agli antichi tracciati. La mostra ha anche il merito di cogliere con attenzione, e forse con speranza, l'emergente presenza femminile nel mondo pastorale, evidenziata nel manifesto stesso dell'evento con il volto di Angela De Angelis, giovane imprenditrice di Caramanico Terme".
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