Circa 90 opere, tra dipinti e
disegni, da importanti raccolte pubbliche e private,
ricostruiscono in una mostra allestita dal 13 ottobre all'11
febbraio alla Galleria Arte Moderna di Roma l'intera attività
creativa di Francesco Trombadori. Artista da sempre "appartato,
poco allineato", per lui la pittura, l'arte moderna e anche
quella antica, si traduceva nello sforzo incessante di ricercare
ed "esprimere l'essenziale verità delle cose".
Ed è quello che emerge con immediatezza dalla bella selezione
presentata dalla Gam romana, grazie alla curatela di Giovanna
Caterina De Feo, nipote di Trombadori, che ha potuto contare
sull'Archivio dell'artista a Villa Strohl-Fern (ora Casa Museo)
e sulla collaborazione dell'Associazione Amici di Villa
Strohl-Fern.
L'esposizione è suddivisa in sezioni, "secondo un percorso
cronologico e tematico", spiega la curatrice, in quanto fin
dagli esordi Trombadori ha affrontato i generi che poi non
avrebbe più lasciato: il paesaggio, il ritratto, il nudo, la
natura morta.
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