ROMA - Una enorme e accurata selezione di oggetti provenienti da un passato lontanissimo, tra urne, vasi, anfore, sculture raffiguranti dei ed eroi, resti di scheletri, corredi funerari, collane, anelli e fermatrecce, ma anche lastre decorate, coperture di templi e frammenti di pozzi, a testimonianza di quanto i nostri bisogni odierni, lo sviluppo della società, la gestione del territorio siano figli della Roma antica: sono oltre 800 i reperti che compongono la mostra "La Roma dei Re. Il racconto dell'Archeologia", allestita ai Musei Capitolini nelle Sale Espositive di Palazzo Caffarelli e nell'Area del Tempio di Giove fino al 27 gennaio.
In un percorso che in 8 sezioni va a ritroso nel tempo, dal limite cronologico più recente, il VI secolo a.C., al X secolo a.C., la mostra offre un quadro esaustivo della fase più arcaica della città, quando a governare erano i re. I costumi, le ideologie, le trasformazioni sociali e culturali, così come i contatti con altre comunità, vengono indagati attraverso le stratificazioni evidenziate dai preziosi reperti, molti dei quali ancora mai esposti al pubblico perché conservati nei depositi o recuperati da scavi recentissimi. Gli oggetti provenienti dall'area sacra di Sant'Omobono nel Foro Boario, i corredi tombali emersi dalle aree poi occupate dal Foro Romano e dai fori di Cesare e di Augusto, il plastico della prima Roma con l'abitato più antico, le testimonianze sugli scambi commerciali tra età del Bronzo ed età Orientalizzante, gli oggetti di lusso così come i materiali provenienti dalla necropoli dell'Esquilino che illustrano i ruoli femminili e maschili, delineano un mondo tutto da scoprire, ancora in grado di parlare all'uomo di oggi.
Realizzata grazie alla collaborazione del Mibac, del Parco Archeologico del Colosseo e dell'Università La Sapienza di Roma, e con i prestiti del Museo Nazionale Romano e del Museo delle Civiltà, la mostra è completamente gratuita per i possessori della MIC, la nuova card riservata a chi risiede e studia nella Capitale, e rappresenta il primo di una serie di approfondimenti dedicati ai valori fondativi di Roma e alla sua evoluzione nel corso del tempo, per cercare di comprendere quanto ancora di quel passato è legato al nostro presente.
"Vogliamo raccontare la capacità di Roma di determinare comportamenti e fenomeni culturali che poi si sono diffusi nel mondo. Grazie a questi oggetti, che il territorio romano ancora continua a restituire, possiamo comprendere come era strutturata la società dal 1000 a.C. al 500 a.C.", ha detto oggi Claudio Parisi Presicce, curatore della mostra con Isabella Damiani, "la mostra documenta il passaggio dalla Roma dei Re a quella Repubblicana; tante sono le trasformazioni visibili: per esempio dapprima in città venivano usati legno e terracotta, poi si è passati alla pietra. E anche gli oggetti rispondono tutti a una funzione: dobbiamo leggere così la società antica, pensando che i bisogni dell'epoca, riflessi dall'organizzazione della città, dalla produzione e dalle infrastrutture, sono gli stessi di oggi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA