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Tra amori e miti Ovidio in mostra diventa emozione

Alle Scuderie del Quirinale fino al 20 gennaio 2019

di Elisabetta Stefanelli ROMA

ROMA - Una mostra ricca, complessa, colta e didascalica nello stesso tempo, che vuole affascinare il lettore, anzi sedurlo come Ovidio ha saputo fare, nei secoli, con la sua opera. E' 'Amore, miti e e altre storie', una rassegna ospitata dal 17 ottobre fino al 20 gennaio 2019 alle Scuderie del Quirinale, che mette insieme 250 opere provenienti da circa 80 musei del mondo (dal Louvre agli Uffizi, dall'Archeologico di Napoli a quello di Eretria in Grecia, dalla National Gallery di Londra alla Royal Danish Library di Copenaghen), per celebrare il bimillenario del poeta.

Insieme quindi, nel delicato allestimento, sculture, opere pittoriche, affreschi, rilievi funerari, volumi, vasi, gioielli ed altri oggetti di ogni tipo, tutti preziosi, tutti unici a partire da capolavori come la 'Venere pudica' di Botticelli, o la 'Venere callipigia' dell'Archeologico di Napoli, e ancora raffigurazioni dei miti ovidiani realizzate da Cellini, Tintoretto, Ribera, Poussin, Batoni.

Ma basterebbe per la visita la meraviglia delle cento minuscole api provenienti dal corredo funerario di una fanciulla prestate dal Museo di Aquileia. "Abbiamo letto Ovidio con l'occhio dello storico dell'arte - ha spiegato la curatrice Francesca Ghedini - perché le immagini sono dentro le sue descrizioni, le sue parole".

E allora nella prima stanza si parte proprio dalle parole e dal contemporaneo, a dire che il significato di quei versi penetra anche l'arte di oggi, con l'opera 'Maxima Proposito' di Joseph Kosuth, ed un sacrario con il ritratto Dell'Ortolano in cui si suppone sia rappresentato, e poi, ad esempio, la prima versione a stampa delle opere di Ovidio del 1471. Si intuisce dalla prima stanza insomma la complessità dell'impegno, "frutto di dieci anni di ricerche e due di lavoro", spiega ancora la Ghedini, "partito dall'Università di Padova".

Un lavoro abbracciato e promosso dalle Scuderie del Quirinale, puntualizza Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales, "perché era un dovere rendere omaggio al bimillenario e farlo non in modo inutilmente celebrativo, ma per raccontare il poeta che meglio di ogni altro ha dato voce ai momenti di crisi". "E farlo con immagine e parola - ha aggiunto il direttore delle Scuderie Matteo Lanfranconi - mettendo insieme arte antica e contemporanea". Che poi saranno anche al centro di una serie di incontri, conferenze e laboratori che affiancheranno la mostra.

Si procede quindi, nelle stanze, con un filo conduttore legato ai temi, a partire da quello di immediato impatto dell'amore e dell'erotismo che cattura il visitatore con alcuni pezzi che non sfigurerebbero nelle stanze segrete di Pompei, per passare a quello del conflitto con Augusto che gli inflisse l'inspiegato esilio sulle rive del Mar Nero, fino all'analisi delle sue divinità e, al piano superiore, alla straordinaria raffigurazione delle sue Metamorfosi in un gioco di ripetizione e di specchi in cui i miti tornano e si rigenerano. In 'Ovidio, Amori, miti e altre storie', non si racconta soltanto il poeta, ma si cerca di farlo rivivere al visitatore attraverso l'emozione. E il percorso è compiuto quando ci si rifugia nella stanza che ospita voce e volto di Sebastiano Lo Monaco che recita i suoi versi.

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