Le leggendarie copertine di
Bruno Munari, accanto a quelle espressamente concepite per libri
da grandi artisti come Mario Schifano, Alighiero Boetti, Giulio
Paolini, Mimmo Rotella. E poi le particolari vesti editoriali
volute, desiderate e indicate da scrittori come Italo Calvino,
Carlo Emilio Gadda, Elsa Morante, spesso con l'intento di
trasmettere messaggi intimi, proibiti, o di alludere e colpire
pericolosamente il lettore, fino ad arrivare a tutte le
copertine, le varianti e le correzioni, che ricostruiscono la
tormentata vicenda visiva italiana del Giovane Holden di Jerome
David Salinger. È la celebrazione del libro come "oggetto di
culto" da possedere, conservare e tramandare la mostra "Il volto
dei libri. Libri da vedere", allestita dal 23 luglio al 19
settembre al Castello di Santa Severa. A cura di Giuseppe
Garrera e Igor Patruno, l'esposizione presenta al pubblico copie
originali, prime edizioni, ristampe perdute, attraverso le quali
documentare la storia del potere e della bellezza delle
copertine dei libri, nell'ambito dell'editoria italiana dal 1950
a oggi, e spiegare quanto sia fondamentale anche l'avventura
visiva del libro, ossia prima che questo venga aperto e letto.
"La mostra - spiega Giuseppe Garrera - deve rendere
un'esposizione di libri, per paradosso, una quadreria: dunque il
volto dei libri, libri da vedere e non da leggere, ma che già
alla vista dicono, esprimono, commuovono". Parallelamente
all'esposizione, nella quale è presente anche una sezione
dedicata alle copertine più "rivoluzionarie" dei libri per
bambini, saranno organizzati incontri on line (interviste e
conversazioni) con editori, critici d'arte e bibliofili.
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