Ci si sente piccoli ma potenti al nuovo Planetario di Roma ospitato all'interno del Museo della Civiltà Romana e finalmente riaperto al pubblico dopo 8 anni di assenza alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri: seduti, quasi sdraiati in una delle 98 poltroncine della rinnovata sala, si torna a riveder le stelle senza le mille luci della città. E si può essere scaraventati tra gli anelli di Saturno per scoprire che sono fatti di pezzi di ghiaccio. Oppure si può arrivare al cospetto dell'asteroide 66458 intitolato 'Romaplanetario' che sembra piccolissimo da quaggiù ma invece ha un diametro stimato tra i 2 e i 4 chilometri ed è stato scoperto da Gianluca Masi, uno degli astronomi divulgatori che accoglierà i visitatori assieme a Gabriele Catanzaro, Giangiacomo Gandolfi, Stefano Giovanardi e il nuovo arrivato Luca Nardi. Perché il Planetario non è solo grande scienza supportata da tecnologia avanzatissima ma è anche un team di studiosi che, rigorosamente dal vivo, in ogni spettacolo ha il ruolo chiave di guida e narratore. Sul sito www.planetarioroma.it tutte le info.
"Sono davvero molto felice - dice Gualtieri - di festeggiare il compleanno di Roma con la riapertura dopo 8 anni di questo Planetario che come vedrete è bellissimo e avanzatissimo, lo aspettavamo da molto tempo. Mi hanno detto che in sole 48 ore ci sono già state più di 2700 prenotazioni. Vedremo ragazzi, scolaresche bambini ma non solo. E' pensato come un luogo di incontro ma anche di apertura di dialogo con la comunità scientifica. Un polo sulla cultura, sulla bellezza, sulla scienza che è uno dei valori fondanti che esprime bene l'universalità della nostra città. E' stata molto migliorata la tecnologia sia rispetto a quella di 8 anni fa e rispetto a quella originale, l'antico proiettore Zeiss Mark II, donato dai tedeschi all'Italia a parziale riparazione dei danni della I Guerra mondiale". Lo Zeiss Mark II "romano", gioiello inestimabile di archeologia tecnologica e industriale, è l'unico superstite tra quelli installati nei musei di tutto il mondo ed è esposto all'entrata del Planetario, assieme al modello dell'asteroide 66458. Dal pubblico anche una domanda "personale" per Gualtieri: qual è il suo corpo celeste preferito. "Su questo devo pensare molto bene prima di rispondere - dice ridendo il sindaco - e stare attento a non dire stupidaggini. Mio fratello fa l'astrofisico...".
"Il Planetario di Roma non può non tener conto di esser proprio a Roma, che nella sua lunga storia ha sempre attinto e guardato con grande attenzione al cielo. La civiltà romana è ricca riferimenti preziosi proprio al cielo stellato e non possiamo prescinderne" dice Masi, collegato a distanza durante l'apertura, perché malato. "Ci serviamo di tecnologie al top: 300 metri quadri di schermo emisferico, 4 computer dedicati, 2 video proiettori laser a 4K, un software avanzatissimo e un sistema audio 5+1" aggiunge.
"Quel che si vede al planetario è un'unicità, quel che si vede non sono filmati preregistrati ma linee di script che si trasformano in immagine con un grande lavoro registico" precisa Catanzaro. Quello andato in scena oggi in anteprima per la stampa è lo spettacolo di apertura ma sono in programma già nuovi spettacoli, a partire da uno dedicato ai pianeti e uno per i bambini. "Vorremmo - spiega Catanzaro - che come in un teatro ci sia un vero cartellone di spettacoli".
"Il Planetario - dice Giovanardi - è una risorsa al servizio della città per raccontare qualunque cosa, scientifica ma artistica. Sulla cupola digitale full dome oltre alle stelle possiamo indagare molecole, particelle o anche un osso di un dinosauro. Potremmo considerarla una specie di casa della scienza e delle arti. Mi piace sottolineare come la funzione sociale di raccontare anche la crisi climatica che è uno dei temi che ci coinvolgono tutti".
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