Verrà restaurata al Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia la statua della Latona di Veio,
eccezionale scultura in terracotta policroma risalente al
510-500 a.C. che faceva parte del gruppo scultoreo del santuario
etrusco di Portonaccio, riportata alla luce nel 1916 alle porte
della capitale insieme con le statue di Apollo, Eracle ed
Hermes. Lo annuncia il direttore del museo Valentino Nizzo
sottolineando che l'intervento di restauro "quanto mai
necessario" sarà possibile grazie al sostegno economico di un
privato (Lo studio legale Carbonetti e Associati).
Già oggetto di un primo restauro negli anni '50 del Novecento,
la statua di Latona, spiega Nizzo, fu riassemblata allora in
decine di differenti frammenti "con un risultato che oggi appare
lacunoso e bisognoso di numerose reintegrazioni" soprattutto
nella zona delle spalle, del collo e della nuca. Del nuovo
restauro si occuperà Sante Guido, l'esperto che ha già lavorato
sulle altre due statue del gruppo, con il coordinamento del
Servizio per la Conservazione del Museo, di cui è responsabile
Miriam Lamonaca.
Il cantiere sarà "a vista", allestito direttamente nella sala
che ospita il celeberrimo gruppo scultoreo etrusco, così da
consentire al pubblico di assistere in diretta a tutte le
operazioni.
Nel 1916, era proprio il 19 maggio, il ritrovamento delle statue
etrusche oltre a suscitare un enorme scalpore, rivoluzionò le
conoscenze fino ad allora acquisite sull'arte degli Etruschi ed
ebbe una fortissima influenza sulla cultura e l'immaginario
contemporanei. L'Italia era in guerra e il recupero dei reperti
- ad opera di Giulio Quirino Giglioli - aveva avuto un effetto
beneaugurante anche sulle sorti belliche della Nazione.
L'Apollo, in particolare, incantò tutti entrando sin da subito
nella rosa dei capolavori universali, opera di un maestro
anonimo che, come attestano diverse fonti letterarie, nello
stesso periodo dovette essere chiamato a Roma da Tarquinio il
Superbo per la decorazione del tempio della triade capitolina
sul Campidoglio.
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