Sono uno dei luoghi più suggestivi e
ricchi di significato della capitale. E tra le aree
archeologiche meglio conservate, con bellissimi affreschi di età
tardo-antica. Le Domus romane al Celio, dove secondo tradizione
abitarono e furono sepolti i santi Giovanni e Paolo, tornano ad
aprire le porte per l'Estate alle case romane del Celio. Tre
mesi di appuntamenti organizzati da CoopCulture, dal 25 giugno
al 25 settembre, per scoprire un luogo che raccoglie oltre
quattro secoli di storia e testimonia il passaggio e la
convivenza tra paganesimo e cristianesimo.
Si va da eventi come Un'esperienza nei sotterranei di Roma al
Symposium! Visita con degustazione di vini, lo spettacolo Un
giorno nell'antica Roma e, per i più piccini, Chi ha incastrato
Emilio Scauro, oltre a visite serali sotto il cielo stellato.
Situato proprio sotto la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo, il
complesso archeologico fu scoperto nel 1887 da Padre Germano di
S. Stanislao, rettore della Basilica, e conta oltre 20 ambienti
ipogei su vari livelli, con pitture databili tra il III d.C. e
il Medioveo.
L'origine delle Domus risale all'inizio del II secolo, quando
l'area dell'attuale basilica era occupata da un edificio
residenziale di lusso a due piani, con tanto di impianto
termale. All'inizio del III secolo di fronte alla domus fu
costruita un'insula, un caseggiato a più piani diviso in
appartamenti in affitto, con ambienti commerciali al piano terra
e piccoli alloggi ai piani superiori per i ceti meno abbienti.
Tra la fine del III e l'inizio del IV, l'intero isolato fu
acquistato da un unico proprietario, che destinò il primo piano
ad abitazione signorile della famiglia, affrescandolo con le
pitture che ancora oggi brillano. È nella seconda metà del IV
d.C. che la tradizione cristiana colloca qui l'abitazione di
Giovanni e Paolo. Fu probabilmente il senatore Pammachio, ultimo
proprietario, a costruire la basilica nel V secolo.
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