(di Marzia Apice)
La Ville Lumière protagonista sulle
sponde del Tevere, nel cuore di Roma, per raccontare attraverso
uno dei momenti più alti del cinema francese il legame speciale,
sentimentale, ironico e fecondo che lega parigini e romani: apre
il 9 luglio la mostra "La Nouvelle Vague di Raymond Cauchetier",
in programma fino al 3 settembre all'Isola del Cinema. A cura di
Francesco Zizola in collaborazione con Valerio Ciampicacigli,
l'esposizione presenta gli scatti realizzati dal grande
fotografo di scena, scomparso lo scorso anno: un percorso en
plein air che si snoda attraverso le immagini dei set di film
indimenticabili, simbolo di un'epoca, da "Fino all'ultimo
respiro" e "La donna è donna" di Godard a "Jules et Jim" di
Truffaut, tra i volti di star del calibro di Jean-Paul Belmondo
e Jeanne Moreau. La rassegna è parte integrante del gemellaggio
Roma-Parigi grazie al quale dal 9 al 13 luglio le due città
divideranno virtualmente lo stesso grande schermo: a Roma ci
sarà la prima edizione di Nouvelle Vague sul Tevere e a Parigi
la prima edizione di Dolcevita-sur-Seine, festa romana di
cinema, fotografia, teatro e musica sul Lungosenna. Una
programmazione congiunta, quindi, nata dalla collaborazione tra
l'Associazione Palatine di Parigi, il MIC, il MAECI, insieme
all'Ambasciata di Francia in Italia, l'Ambasciata d'Italia in
Francia, Roma Capitale, Ville de Paris e i rispettivi Istituti
di Cultura, e articolata in dibattiti in duplex e incontri a
distanza per riunire le rive dei due fiumi in una sola platea
facendo vivere in tempo reale emozioni e spazi al pubblico delle
due capitali. La mostra sull'Isola Tiberina svela la capacità di
Cauchetier - che lavorò fianco a fianco con Godard, Truffaut,
Demy, Rozier e Chabrol - di raccontare con particolare
sensibilità una stagione irripetibile, esplosa negli anni '60,
del cinema francese: nelle sue fotografie (accompagnate da testi
di Sam Stourdzé, direttore di Villa Medici, e Thierry Valletoux,
fotografo e amico di Cauchetier) resta intatta la freschezza
dello sguardo e il coraggio di osare di tutta una generazione di
registi ancora oggi guardati come maestri. "E' un grande onore
per Raymond essere presentato a Roma. Ha sempre adorato
l'Italia, considerata come una seconda patria", ha detto la
vedova di Cauchetier, che custodisce tutto l'archivio
fotografico del marito. "Curare la mostra con le immagini di
Cauchetier nel cuore di Roma - ha spiegato Zizola - è stato
stimolante. I due ponti che collegano l'isola fluviale alla
città più antica del mondo sono lì a ricordarci la funzione
importante di connessione al mondo e alla vita che scorre. Così
come le fotografie esposte ci rimandano ad una delle migliori
produzioni cinematografiche di tutti i tempi".
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