Cuori, teschi, croci, volti,
copricapi, arredi religiosi e figure geometriche e una grande
goccia di sangue di corallo rosso scolpito minuziosamente, e poi
i disegni di un feto colorati con sangue d'artista che evocano
ecografie ed esami clinici, ma anche gli studi anatomici di
Leonardo, disegno come "creazione dell'esistenza", in questo
caso quella del figlio Django. Il gesto visionario di Jan Fabre
espresso in oltre 30 nuove sculture e nella serie di 'sanguigne'
inedite è in mostra alla Galleria Mucciaccia, a Roma, che ha
deciso di prorogare l'esposizione fino al 14 gennaio grazie alla
risposta del pubblico.
'Allegory of Caritas (an act of love)', curato da Melania
Rossi, è un progetto che si sviluppa su un doppio binario, nello
spazio espositivo della Capitale e nella sede londinese dalla
galleria con altre opere della stessa serie. Tra i lavori
selezionati anche i simboli legati alla solidarietà e agli aiuti
umanitari, oggetti che ricordano credenze popolari e vicende
personali dell'artista. "Il corpus di sculture in corallo rosso
del Mediterraneo, concrezioni rosso fuoco che sembrano emerse
direttamente dagli abissi della mente dell'artista, è un
incontro poetico tra materia naturale e visionarietà artistica -
spiega la curatrice -. Allo stesso modo, nei disegni realizzati
dall'artista fiammingo con il suo stesso sangue, il fluido
vitale è usato con abile maestria tecnica per raccontare la
gestazione del figlio".
La ricerca sul corpo umano di Fabre, che in passato ha
investigato anche le potenzialità del cervello da lui definito
"la parte più sexy", affronta l'origine e il mistero della vita,
così come le armonie e la bellezza, con opere dal significato
allegorico profondo. Anche nella forma del ramo corallino, ad
esempio, è facile rintracciare una somiglianza con il reticolo
dei vasi sanguigni. "Nelle opere di Fabre - è stato osservato -
la visionarietà dell'artista fonde la lunga tradizione simbolica
del corallo al concetto di 'caritas', parola latina che
etimologicamente deriva da carus, diletto, amato. Un concetto
presente in tutte le culture da est a ovest del mondo, che
unisce tutti gli esseri umani nella solidarietà e nell'amore,
come motore che continua a generare e a preservare la vita".
Nei suggestivi disegni di sangue l'artista racconta la
scintilla dell'esistenza attraverso le ecografie del figlio nel
grembo materno, invito a una riflessione sulle vulnerabilità e
sulle necessità umane. Ecco, quindi, che per Jan Fabre
"l'esperienza privata si fa universale nelle opere che ci
inducono a osservare le cose del mondo come aggregazioni di
significati che risuonano tra loro, di storie che si tramandano
e si fondono nel corso del tempo".
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