MILANO - E' un grande lavoro à rebours quello che racconta Paul Klee nella mostra 'Alle origini dell'arte', da domani al Mudec di Milano. Una selezione di cento opere, suddivise in cinque sezioni tematiche, che offre una lettura diversa dell'artista: non solo linee, colori e geometrie tipiche delle sue opere astratte, ma anche lavori meno conosciuti al grande pubblico, come le incisioni grafiche giovanili in bianco e nero e le caricature, o la produzione con nuovi simboli, alfabeti e ideogrammi.
La mostra, accompagnata anche da preziosi manufatti etnografici della collezione del Museo delle Culture, pone l'attenzione sulla continua ricerca dell'artista dell'origine del gesto creativo e dell'arte primitiva e "intende approfondire il lavoro di Klee all'interno del fermento primitivista che scorre per l'Europa agli inizi del XX secolo. Le arti e le culture etnografiche esercitarono in quel periodo una particolare fascinazione sulle avanguardie europee - ha spiegato la direttrice del Polo Arte Moderna Contemporanea Anna Maria Montaldo -. Con il primitivismo Klee ha avuto un rapporto assolutamente personale e originale". Tra le opere esposte, che provengono da importanti musei e collezioni private europee e dal Zentrum Paul Klee di Berna, anche alcune mai viste prima in Italia, come 'Roccia artificiale' e 'Artista nomade-Manifesto', e due videoinstallazioni: 'Con gli occhi di Paul Klee' che attraverso immagini e filmati storici donano al visitatore spunti sul contesto culturale e sull'immaginario che può aver ispirato l'artista tedesco, e 'La lanterna magica', strumento interattivo che anima le marionette che Klee creò per il figlio Felix.
"E' una mostra che non vuole essere generalista e fiorisce al culmine di oltre dieci anni di ricerca sulle fonti figurative di Klee - ha spiegato Michel Dantini, uno dei curatori - per ritrovare tutte le sue conoscenze storico artistiche, i testi su cui si era formato e che lo avevano incendiato". "Paul Klee viene spesso visto come quello che si è occupato di astrazione come Kandinsky - ha poi aggiunto la collega Raffaella Resch - ma in realtà segue una strada indipendente e si costruisce un suo percorso ribaltando le concezione accademiche del suo periodo. Per lui parlare di origini dell'arte significava re-inventare l'arte" e in questa esposizione emerge "la sua costante ricerca tecnica". La mostra, promossa dal Comune di Milano e da 24 Ore Cultura, società del gruppo 24 Ore, sarà visitabile fino al 3 marzo 2019.
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