MILANO - E' un libro per chi si vuole prendere il lusso di fare le cose con calma 'Milano adagio' (Enrico Damiani editore, pp 195, euro 15) , un viaggio per la città a ritmo lento accompagnati dalle indicazioni dell'autrice Teresa Monesteroli e dai consigli di alcuni 'ospiti' non scontati come Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano, o Marco Magnifico vicepresidente del Fai.
Milanesi e turisti sono così accompagnati a scoprire angoli e a fare esperienze non scontate, come quella della Certosa di Milano, alla periferia Nord Ovest, affrescata da Daniele Crespi e Simone Peterzano, che fu maestro di Caravaggio. Si tratta di soste di ogni genere, anche culinarie (con indicazioni ad esempio su dove trovare un panificio bretone, o genuino cibo calabrese).
L'indice del 'viaggio' è diviso per temi. Si parte dall'esperienza del flaneur, tema non a caso della tesi di Teresa Monesteroli, che per dieci anni ha lavorato nella redazione di Repubblica prima di licenziarsi per diventare freelance e poter vivere 'adagio' anche in una città frenetica come Milano. Da qui il nome del suo blog 'Adagio Urbano'.
Immancabile la sezione del 'buon cibo', seguita dalla parte 'd'essai' dedicata a cinema e libri, per poi passare alle gite fuori porta, per arrivare alla ricerca del bello, alle passeggiate nel verde (inclusa l'esperienza della spesa nel frutteto e quella del vivaio in carcere).
Ma Milano Adagio è anche inframmezzato di pensieri dell'autrice, che siano sull'atmosfera di Milano d'agosto e appelli ai ristoratori a non abolire le prenotazioni telefoniche affidandosi solo a internet, o la teorizzazione dello slow looking, che può servire per vedere poche cose, anche in un museo, ma bene.
La conclusione - nella città dove Pietro e Alessandro Verri fondarono la rivista Il Caffè - non poteva che essere dedicata alla pausa caffè fra luoghi della tradizione e nuovi locali.
Perché Milano nel tempo cambia, anche andando piano.
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