CAGLIARI, - Belle, colorate. E sul mare. Sono le house boat del porticciolo di Su Siccu a Cagliari. Una sistemazione per i turisti da raccontare e da vivere: in acqua, ma a cinque-dieci minuti a piedi dal centro storico. Solo un esempio. Ma l'albergo nautico diffuso in Sardegna potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare ospiti e redditi. Le barche impegnate in questo tipo di ospitalità sono circa 300. Ma l'obiettivo - sono le stime illustrate dal vice presidente di Confindustria Nord Sardegna Giovanni Conoci - è quello di arrivare a una quota di 1.000 imbarcazioni, numero che garantirebbe un giro d'affari di 150 milioni di euro all'anno.
Sono le cifre emerse in questi giorni nel corso delle audizioni in commissione Attività produttive del Consiglio regionale sulla proposta di legge per il riconoscimento dell'albergo nautico diffuso. Obiettivo: favorire lo sviluppo di un turismo autonomo, capace di attrarre flussi aggiuntivi rispetto a quelli della ricettività tradizionale. La commissione ha ascoltato i rappresentanti di Confindustria, Assohotel, Assonautica e Rete dei Porti. Il modello è la Croazia: in acqua circa 6.000 imbarcazioni destinate al turismo esperienziale. Con circa 50mila persone che ogni settimana vivono la loro insolita vacanza primaverile o estiva cullati dalla corrente del mare.
Un'avvertenza: bisogna fare chiarezza. Lo ha spiegato il rappresentante della Rete dei Porti Franco Cuccureddu: "Se l'obiettivo è favorire il noleggio delle imbarcazioni si sappia che questo settore è già disciplinato da leggi nazionali, altro discorso invece se si parla di house boat, fenomeno molto diffuso in Florida. Quella delle case galleggianti è un'idea che sta prendendo corpo anche in alcuni Paesi europei. In questo caso però occorrerà definire bene le competenze che investono inevitabilmente anche la materia urbanistica".
Favorevole a un intervento normativo anche il presidente di Assohotel Carlo Amaduzzi: "Le presenze in Sardegna sono ancora poche. L'isola ha tante potenzialità, ben vengano tutte le iniziative che cercano di individuare nuove forme di accoglienza". A sue dire, però, le buone intenzioni rischiano di scontrarsi con la carenza di servizi nei porti sardi. "Di questo occorre tener conto - spiega il presidente di Assohotel - il gap infrastrutturale rappresenta un limite". Anche per il presidente di Assonautica Italo Senes la proposta di legge va nella giusta direzione: "Il settore ha grandi potenzialità economiche, occorre ora dargli valenza e assicurare servizi adeguati ai turisti che decidono di trascorrere le vacanze in barca". Senes ha poi suggerito alla commissione un'integrazione alla legge: "Chi legifera deve tener conto della tutela del mare e dell'ambiente in generale. Sarebbe opportuno prevedere nelle imbarcazioni la presenza obbligatoria dei tank di raccolta delle acque nere in ogni servizio igienico con adeguate strutture di collegamento per lo scarico nei serbatoi dei porti turistici".
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