L'idea di far rivivere gli antichi
strumenti musicali arabo-normanni è nata da un'osservazione dei
soffitti intagliati e dipinti della cappella palatina di Palermo
e della cattedrale di Cefalù. Tra i tanti personaggi
raffigurati, anche danzatori e musici che suonano con strumenti
a corde. Nella cultura e nella pratica musicale di oggi quegli
strumenti non esistono più oppure si sono evoluti. Ne restano le
tracce nell'iconografia dell'arte bizantina oppure nelle fonti
letterarie. A riportarli in vita è ora Adelmo Napoli, uno
studioso e operatore d'arte che è stato anche docente e preside
del liceo artistico di Cefalù. Napoli ha studiato gli strumenti
dipinti a partire dal contesto storico-culturale in cui i
dipinti vennero eseguiti. La cappella palatina e la cattedrale
di Cefalù risalgono al periodo normanno. Ma gli strumenti
musicali sono di origine araba. La contaminazione si spiega con
la persistenza dell'influenza araba anche dopo la conquista
normanna e con la linea di tolleranza avviata da Ruggero.
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