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Progetto Unesco, ampliare siti Palermo

Progetto Unesco, ampliare siti Palermo

Tra i luoghi papabili Castello a Mare, Maredolce, Cuba e Magione

PALERMO, 05 aprile 2018, 13:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PALERMO - Ampliare il percorso arabo normanno inserendo tra i siti Unesco una serie di luoghi "papabili" ma non ancora pronti, come il Castello a Mare, la Cuba, il Castello di Maredolce con il Parco della Favara, la chiesa di Santa Maria della Maddalena e la Magione, la Cuba Soprana e la piccola Cuba di Villa Napoli, la cappella di santa Maria l'Incoronata, la chiesa di san Giovanni dei Lebbrosi, la chiesa di santo Spirito, santa Caterina la Vetere, poi i Qanat e infine i bagni di Cefalà Diana. Di questo si è discusso al seminario organizzato all'oratorio dei Santi Elena e Costantino, a Palermo, con Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia, Patrizia Monterosso, direttore Fondazione Federico II, Francesco Montemagno, delegato Lions del Governatore e altri studiosi tra università, regione e sovrintendenza. Al centro del dibattito quelle criticità che finora non hanno permesso a questi siti di essere inclusi. "Al sito di Castellammare - spiega Angelini - manca una recinzione di tutta l'area, dei servizi adeguati da musei, un'organizzazione della parte archeologica e l'avvio di nuovi scavi per fare affiorare l'insieme della struttura del sito.
    Stiamo parlando di interventi non particolarmente complessi, per questo abbiamo tracciato un'ipotesi di lavoro ben precisa, e oggi qui ci sono sia la Soprintendenza che la Regione, per capire come attivare quelle procedure di ricerca e per trovare delle linee di finanziamento necessarie. Ci vuole la volontà di farlo, non si tratta di nuove costruzioni ma interventi leggeri". Altro tema è quello che riguarda alcuni siti che richiedono interventi più complessi e impegnativi come la Cuba: "In sé il monumento per lo stato in cui si trova non richiede molto - aggiunge il direttore della Fondazione Unesco Sicilia - ma l'area circostante dei capannoni delle caserme abbandonate sì, adesso sono state trasferite al demanio della regione, la soprintendenza ha già attivato un progetto di riqualificazione dell'area ed è in attesa dei dei fondi della programmazione economica 2014/2020 per finanziare i lavori. E' una questione di volontà politica poi magari alla fine ci accorgiamo che non siamo riusciti a spendere, ma di idee su come spendere quella cifra ne abbiamo tante".
    Un secondo gruppo di monumenti, invece, presenta delle criticità più serie, per interventi che negli anni sono stati particolarmente invasivi da parte dell'uomo e che ne hanno modificato le caratteristiche storico artistiche: "In quel caso - osserva Angelini - bisogna capire se sono pensabili degli interventi di ricostruzioni filologica, penso al Castello Uscibene oppure ai Qanat per i quali ci sono dei fattori di compromissione molto seri che richiedono un intervento èiù impegnativo e maggiori risorse economiche". Gli altri siti che presentano criticità maggiori secondo Angelini sono: "Il castello di Maredolce, dove c'è un problema che riguarda la riqualificazione dell'area circostante che soffoca l'accesso al castello. Poi c'è la Chiesa di santa Maria, che pur essendo un sito visitabile si trova però all'interno di una caserma dei carabinieri. Facciamo le politiche dei piccoli passi - conclude - partiamo con una serie di lavori e investimenti da questo gruppo di 5 monumenti per riqualificare il territorio, allargando l'attrattività di questi siti".
   

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