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Fuoco, tenebre e luce. Il magma di Giuseppe Patanè

Nel Duolo di Monreale le opere recenti dell'artista siciliano

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Athanor, un'opera monumentale alta 6 metri ispirata alle tre cantiche della Divina Commedia, che evoca il forno alchemico dove si alimenta un fuoco purificatore che brucia tutte le impurità delle cose portandole a un livello più alto di perfezione. E poi la potenza e la bellezza dei Tori, le Viscere con i volti degli dei dell'Antica Grecia e degli eroi omerici scolpiti nella pietra lavica, fino alla forza della natura che si scatena in Verbum e Logos. E' il 'Magma' di energia e pathos che anima le opere recenti di Giuseppe Patanè, in mostra a Monreale fino al 24 aprile. Carlo Micheli, che ne ha selezionate oltre trenta tra dipinti, sculture e ready made, spiega che il titolo dell'esposizione ''allude al 'materiale creativo' che ribolle, puro e libero dalle costrizioni della forma, nelle profondità della mente dell'artista siciliano''. Il percorso si apre nella Cappella di San Benedetto del Duomo di Monreale che ospiterà fino all'8 aprile l'installazione Athanor, realizzata per celebrare i 700 anni della morte di Dante. L'opera si sviluppa in verticale su tre pannelli sui quali le figure si mostrano nella loro tensione plastica.
    L'artista riassume l'esperienza dantesca descritta nei tre libri della Commedia ''condensandola in un'unica realtà immaginifica, che si trasforma in un viaggio interiore, dall'oscurità alla luce''. Le altre opere si snodano fino al 24 aprile nel Palazzo di Guglielmo II, in cui ha sede il museo civico di Monreale. La personale di Patanè documenta i cicli della sua recente produzione recente ''che richiamano - spiega il curatore - tematiche sociali ed ecologiche o rivelano le radici storico-mitologiche della Sicilia e le sue tradizioni culturali, o attrazione e rispetto per la forza immane della natura, del vulcano, del mare''. L'artista ''considera l'Etna come una presenza incombente al punto da spingerlo a cercare una simbiosi col vulcano e ottenere, attraverso il fuoco, la fusione magmatica di diversi elementi''. E' così che nascono le opere di Laterizio primo modulo, in cui sottopone ad alte temperature materiali come mattoni, tegole, pietre laviche per provocarne la mescolanza nella creazione di un agglomerato che si presenta come un'opera scultorea. Il gruppo di opere di 'Natura uccisa' denuncia, invece, lo scempio compiuto dall'uomo contro gli animali e l'ambiente. Alberi rinsecchiti, sormontati da teschi corrosi da un prodotto chimico ''sono i drammatici totem della sconsiderata azione umana nei confronti della natura, in nome del profitto''.
    Giuseppe Patanè, 62 anni, di Mascali (Catania) affianca la ricerca artistica al lungo lavoro svolto come direttore artistico nell'industria della moda. Nel 2017 e nel 2019 ha partecipato alla Biennale di Venezia. 
   

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