CARRARA (MASSA CARRARA) - Il mondo del lavoro nell'arte italiana tra l'Unità d'Italia e la Grande Guerra. E' 'Colori e forme del lavoro. Da Signorini e Fattori a Pellizza da Volpedo e Balla', mostra ospitata dal 16 giugno al 21 ottobre a Carrara (Massa Carrara), in Palazzo Cucchiari, sede della Fondazione Giorgio Conti. Oltre 50 le opere raccolte nell'esposizione - ideata e promossa dalla Fondazione Conti e curata da Massimo Bertozzi e Ettore Spalletti - che è suddivisa in 8 sezioni dedicate, da quella sul lavoro domestico all'emarginazione sociale e all'emigrazione. Le opere, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, spaziano dalla pittura macchiaiola attraverso il Verismo e le suggestioni simboliste fino alle prime avvisaglie delle avanguardie: da Fattori a Morbelli, da Signorini a Pellizza da Volpedo, in mostra con un grande disegno preparatorio del Quarto Stato, da Vincenzo Vela, di cui è esposto il Monumento alle vittime del lavoro, fino a Giacomo Balla pre-futurista. La mostra, spiegano gli organizzatori, intende verificare come, nella pratica della pittura, il movimento realista e verista italiano nei decenni successivi all'unità politica della Nazione dia campo a un profondo rinnovamento tematico e formale, senza perdere di vista lo sfondo sociale e le profonde trasformazioni culturali in cui si viene definendo l'immagine della 'nuova Italia'. Le immagini del popolo diventano indifferentemente motivo di denuncia e origine di nuove e diverse suggestioni poetiche e la figurazione dell'arte italiana si affolla di gente comune: poveri, contadini, anziani e lavoratori nelle loro differenti espressioni di umiltà, di bisogno, ma anche di rivendicazione della propria identità, di affrancamento, quindi di rabbia, di organizzazione e di protesta e di lotta.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA