Trentadue foto in bianco e nero, stampate in grande formato, che raccontano ogni dettaglio della Pietà di Michelangelo, detta Pietà Bandini. E' quanto propone la mostra 'La Pietà di Michelangelo. Lo sguardo di Aurelio Amendola fra naturalismo e astrazione' allestita dall'8 settembre al 9 gennaio prossimo, nel Museo dell'Opera del Duomo a Firenze.
Terminato il restauro dell'opera di Michelangelo nel settembre 2021, è stato spiegato in occasione della presentazione, l'Opera di Santa Maria del Fiore ha commissionato una campagna fotografica del gruppo scultoreo ad Aurelio Amendola, grande interprete dell'opera di Michelangelo. Il frutto di questo lavoro è ora messo in mostra nella sala del Paradiso del museo fiorentino, dove per la prima volta viene realizzata un'esposizione. Amendola, è stato ricordato, è tornato a interpretare la Pietà Bandini dopo averla fotografata nel 1997.
"La scultura è tutto per me, lavorando con le luci cerco di renderla viva, farla parlare - spiega Amendola -. Questo è sempre stato il mio intento". Per Antonio Natali, curatore della mostra, "quando fotografa i marmi di Michelangelo, Aurelio 'diventa' Michelangelo e s'addentra nei percorsi di pensiero e di spirito di lui". Nel corso della sua carriera Amendola ha fotografato tutte le opere scultoree del grande artista rinascimentale. A partire dal primo libro del 1994, 'Un occhio su Michelangelo. Le tombe dei Medici nella Sagrestia Nuova di S.
Lorenzo a Firenze dopo il restauro', che gli valse il premio Oscar Goldoni per il miglior libro fotografico dell'anno, alle celebri immagini del David fotografato, come mai prima di allora, nella sua piena sensualità.
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