Utilizzare l'intelligenza artificiale per aiutare a decifrare una lingua antica che ancora oggi resta sconosciuta. È la sfida intrapresa da un gruppo di ricerca dell'Università di Bologna che per la prima volta ha usato, con successo, un sistema di 'deep learning' per gettare luce su un'antica scrittura, il cipro-minoico. I risultati dello studio, realizzato nell'ambito del progetto 'Erc Inscribe', sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.
Il cipro-minoico è un sistema di scrittura che risale a circa 3.500 anni fa e non è mai stato decifrato. Diffuso sull'isola di Cipro nella tarda Età del bronzo, ancora oggi non c'è un consenso tra gli scienziati su quanti siano i segni che lo compongono. "Ad oggi non abbiamo certezze su quali segni siano veri e propri grafemi di questo sistema di scrittura e quali siano invece semplicemente delle varianti dovute a differenze nella scrittura", spiega Silvia Ferrara, professoressa al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell'Università di Bologna che ha coordinato lo studio.
"I risultati che abbiamo ottenuto - aggiunge - supportano decisamente l'ipotesi che questi sottogruppi siano composti da varianti legate ai diversi supporti sui quali i segni venivano inscritti". A questa conclusione il team è arrivato analizzando per la prima volta il cipro-minoico con il 'deep learning', tecnologia di intelligenza artificiale, che ha dato vita a un modello - chiamato 'Sign2Vecd' - "addestrato" ad analizzare e catalogare non solo i diversi segni del cipro-minoico, ma anche intere sequenze di segni. Il sistema, spiegano i ricercatori, "ha permesso di separare i segni tracciati su tavolette di argilla dagli altri" e ha offerto "nuovi solidi indizi" a supporto dell'idea che la divisione in sottogruppi del cipro-minoico non sia dovuta all'esistenza di lingue diversi, ma sia legata invece ai diversi supporti utilizzati per incidere i segni.
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