Ridurre l'utilizzo di energia per produrre un pasto, investire sulle rinnovabili, ed educare le persone a un consumo alimentare meno impattante per l'ambiente. Ovvero, "lasciare alle generazioni di domani una realtà solida in grado di produrre benefici per la comunità a cui si rivolge". Sono questi i pilastri del bilancio di sostenibilità 2021 targato Cirfood, azienda leader nella ristorazione collettiva con sede a Reggio Emilia, che gestisce oltre 1.700 cucine servendo circa 77 milioni di pasti ogni anno.
Alla guida dell'impresa con ricavi da 476 milioni di euro (e quasi 12.000 dipendenti) c'è Chiara Nasi: "Gli ultimi anni hanno dimostrato il valore del nostro settore per il Paese, grazie alla forte valenza sociale e all'impatto positivo che ha sulla salute e sul benessere delle persone - spiega la presidente e amministratrice delegata dal 2013 - Un pasto buono, sano, sicuro e accessibile è un diritto. E per questo crediamo sia necessario continuare a sostenere investimenti di qualità e votati alla sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale, come unica via per far crescere il settore e garantire a tutti servizi ad alto valore aggiunto".
Non a caso nel 2021 Cirfood, rispetto al 2020, ha ridotto rispettivamente l'utilizzo di elettricità ed acqua necessaria per la produzione di un pasto del 7 e del 10 per cento. Oltre ad aumentare del 40% l'energia 'rinnovabile' a disposizione, tra nuovi contratti e auto produzione.
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