Il tempo è denaro, certo. Ma non avere certezze sul denaro può far perdere tempo. Nessuno vuole ragionare sui contenuti della Pac senza cifre sul tavolo. Niente riforma prima dell’approvazione del bilancio pluriennale, che per gli ottimisti arriverà non prima della prossima primavera. A causa della Brexit e della richiesta dei paesi di spendere di più su difesa, migrazione e digitale, per la prima volta la Commissione ha proposto una riduzione della spesa Pac, intorno al 5%. I tagli “sono dovuti a una serie di nuove priorità per l’Ue – spiega Haniotis – da coprire con risorse che sono limitate. Con le risorse finanziarie a disposizione vogliamo trasformare l’impianto della Pac da un sistema eccessivamente basato sui controlli in uno basato su cosa effettivamente fa e sui risultati”, con un focus sul miglioramento della performance ambientale. Ma è difficile immaginare di incentivare gli agricoltori a fare di più su clima e ambiente con meno aiuti. Il negoziato si preannuncia teso.
Sintetizzando il pensiero del ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova nel suo intervento in Consiglio dei ministri Ue di novembre, “Siamo sempre più convinti che futura Pac debba contenere obiettivi particolarmente ambiziosi su ambiente e clima ma il negoziato sul prossimo Quadro finanziario pluriennale non ci sta aiutando affatto”.
Senza contare che nelle conclusioni dei leader europei sul bilancio 2021-27 troveranno certamente posto decisioni sugli elementi principali della riforma della Pac. In un contesto del genere, “l’ambizione ambientale deve necessariamente tener conto delle risorse che avremo a disposizione – ha precisato Bellanova – gli agricoltori saranno infatti in grado di seguire la strada che stiamo tentando di tracciare solo nel caso in cui gli impegni da mettere in atto saranno adeguatamente compensati”.