L’agricoltura sociale per restituire alla collettività terreni confiscati alla criminalità organizzata. A Bari ci credono. L’agricoltura è un’opportunità in un territorio dove “su 496 beni confiscati 129 sono terreni agricoli”, racconta Antonio Decaro, sindaco della Città Metropolitana di Bari e presidente dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, gli Enti locali che possono assegnare i beni confiscati in concessione. Il sequestro dei beni ai mafiosi per colpire il loro patrimonio economico è stato sancito per la prima volta nel 1982, dalla legge Rognoni-La Torre.
Ma ancora oggi il cammino per il pieno recupero è tutt'altro che facile. Per i terreni agricoli, in particolare. “Richiedono un livello di investimento iniziale molto alto per realizzare una produzione agricola – prosegue Decaro – come impianti di irrigazione, lavori di spietramento, di sistemazione per la coltura, di approvvigionamento”.
Le difficoltà aumentano se l’attività agricola ha finalità sociali. Se cioè affianca alla produzione primaria la missione di inclusione di soggetti ai margini, come disabili o detenuti. Una doppia natura che non trova ancora un riconoscimento pieno. Il sostegno della Politica agricola europea guarda alla sicurezza alimentare, all’economia e all’ambiente, ma le politiche sociali sono materia di competenza nazionale.
I contributi video contenuti in questo reportage sono stati realizzati grazie alla collaborazione degli intervistati, durante il periodo di limitazione degli spostamenti a livello nazionale causato dall'epidemia di Covid-19.
Pubblicato il 30 aprile 2020, ultima modifica il 6 maggio 2020