BRUXELLES - La neo presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ospite a a Che tempo che fa su Rai 3, afferma di voler raccogliere l'eredità del suo predecessore, David Sassoli, scomparso l'11 gennaio soprattutto sulla tutela dei diritti universali. "E' un momento in cui l'Europa e anche il Parlamento europeo che io ho il privilegio di presiedere adesso può essere leader dei diritti universali. Li può proteggere. L'Unione europea li deve proteggere", ha detto Metsola parlando di questa come di una eredità, un legato che vuole continuare dal suo predecessore David Sassoli, scomparso l'11 gennaio.
"Voglio continuare il suo legato. i prossimi due anni e mezzo non saranno facili, stiamo uscendo da due anni di pandemia - ha detto Metsola-. L'Ue ha spinto per aiutare i Paesi ad emergere da questo periodo difficile, ma tra due anni e mezzo abbiamo le elezioni. Io voglio una istituzione che esce da Bruxelles e va in tutte le città e i comuni per ascoltare e prendere delle decisioni che fanno differenza nella vita di tutti", ha detto Metsola.
"David Sassoli era un grande presidente, un grande uomo, ho perso un amico. Quando entrava in una stanza con il suo sorriso genuino tutti si sentivano a proprio agio, perché aveva a cuore il valore, i principi, amava il Parlamento europeo e l'Ue. Durante il periodo del covid ha preso decisioni coraggiose" ha sottolineato Metsola, ricordando che "il Parlamento è rimasto aperto anche alle persone vulnerabile". Quello di Sassoli "è un legato che con responsabilità intendo continuare e volevo onorarlo venendo qui stasera".
"Certo. Sull'aborto e sui diritti sessuali, riproduttivi e della salute la posizione del Parlamento è inequivocabile e priva di ambiguità. Il parlamento ha chiesto il massimo di protezione di questi diritti e questa è la posizione che porterò avanti", ha poi precisato Metsola.
Interpellata in merito alla crisi ucraina, la presidente dell'Eurocamera ha detto che "l'integrità territoriale dell'Ucraina non è negoziabile per noi. L'Ue deve essere unita a tutti i livelli. Quando parliamo e decidiamo su cosa facciamo, altrimenti qualcun altro decide per noi. Terza cosa, dobbiamo essere forti e fermi" se si creassero situazioni che chiedono di "rispondere con molta forza.
"Io voglio un'Europa che distrugge i muri e non li costruisce. È un punto importante per me", ha aggiunto Metsola. "E' un'altra sfida un problema che abbiamo come Europa. Non possiamo lasciare soli i Paesi in prima linea" rispetto ai flussi dei migranti. "Dobbiamo trovare una politica umanitaria che protegga tutta l'umanità, che non faccia distinzioni sulla base di dove si è nati o da dove si arriva".
"Non bisogna dimenticare mai che dietro ogni persona che cerca di venire in Europa c'è una famiglia, c'è una speranza. Ed è un fallimento nostro" se quella speranza "finisce nel Mediterraneo", ha detto Metsola a proposito del fatto che molte volte il Mediterraneo è stato definito un "cimitero" per i migranti che muoiono nel tentativo di arrivare in Europa. "Ho visitato la guardia costiera e le autorità italiani che fanno un lavoro fantastico - ha concluso -. C'è del lavoro che va fatto anche sul patto migratorio per mandare il messaggio che l'Italia e i paesi come il mio, Malta, non sono soli" rispetto ai flussi migratori.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA