BRUXELLES - Secondo la Commissione europea la valutazione delle risorse naturali disponibili, per quanto riguarda la questione delle concessioni balneari, dovrebbe essere "reale e obiettiva" anche in considerazione della loro scarsità. Inoltre, per Bruxelles, la stessa valutazione "dovrebbe basarsi su un'analisi qualitativa" delle risorse. Così il commissario Ue per il mercato interno Thierry Breton è tornato, rispondendo oggi a un'interrogazione dell'europarlamentare Rosa D'Amato (Verdi), sulle ragioni per cui la Commissione, lo scorso novembre, ha inviato all'Italia un parare motivato, secondo passo della procedura d'infrazione aperta sulle concessioni balneari.
Nell'interrogazione D'Amato aveva chiesto alla Commissione di pronunciarsi sulla congruità dei criteri utilizzati dalle autorità italiane per la mappatura delle spiagge, e più in generale delle coste italiane, date in concessione o ancora disponibili. Breton, nel rispodere a D'Amato, ha sottolineato la necessità di tenere in conto, nella valutazione delle risorse disponibili, anche delle specificità regionali e locali, come del resto già indicato dalla Corte di giustizia Ue. La Commissione e le autorità italiane, ha ricordato ancora il commissario, continuano le interlocuzioni per garantire il rispetto delle norme Ue, nel caso specifico la direttiva servizi.
Sull'invio all'Italia della lettera con il parare motivato è intervenuta oggi anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen rispondendo a un'altra interrogazione - presentata da un altro europarlamentare dei Verdi, Piernicola Pedicini - nella quale si chiedeva perché la decisione non fosse stata resa nota pubblicamente e soprattutto alla stampa nell'ambito del pacchetto procedure d'infrazione annunciato i giorno stesso. "Il registro pubblico della Commissione - ha scritto la presidente - ha tempestivamente diffuso informazioni" sulla decisione presa. "Le parti interessate - ha poi aggiunto - hanno ricevuto messaggi specifici dalla Commissione in cui è stato spiegato la decisione presa. Anche la commissione petizioni dell'Eurocamera è stata regolarmente informata.
ROMA - "Il tira e molla tra Italia e Commissione europea sulle concessioni balneari è diventato stucchevole. A questo punto, l'unico impegno che possiamo prendere è quello di andare in Europa a chiedere di modificare le norme ambigue e dannose della direttiva Bolkestein. Quali partiti sono pronti a farlo?". Lo chiede il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega. "L'Italia può iniziare a lavorarci subito, già prima del voto di giugno, per poi definire una soluzione con la prossima Commissione. Mi auguro che tutti i partiti siano disponibili a collaborare", conclude il senatore della Lega.
"Anche per quest'anno - prosegue Centinaio - gli operatori del settore non avranno certezze sul destino delle proprie imprese e degli investimenti realizzati. Il governo italiano ha portato a termine un lavoro complesso e doveroso, mappando le nostre coste e dimostrando che esistono ancora ampi spazi per favorire la concorrenza nelle concessioni, senza toccare quelle esistenti. Questo evidentemente non basta a Bruxelles, che continua a sollevare obiezioni".
"Il motivo del contendere è semplice: quella direttiva è stata scritta male per ammissione del suo stesso autore, l'ex Commissario Frits Bolkestein. Non si capisce se i balneari rientrano nelle norme o no. Non esiste un limite chiaro per stabilire se c'è o meno concorrenza. Non c'è scritto nemmeno chi dovrebbe fissare quel limite e sulla base di quali criteri. Per questi motivi, ho sempre pensato che l'unica possibilità per chiudere la questione sia cambiare quel testo, escludendo esplicitamente i balneari dalle attività sottoposte alla Bolkestein", dice ancora il senatore della Lega.
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