BRUXELLES - Allineare il trattamento delle acque di scarico agli obiettivi del Green Deal: con 481 voti favorevoli, 79 contrari e 26 astensioni, il Parlamento europeo ha confermato l'intesa politica con i governi per rivedere le norme in materia di gestione delle acque e di trattamento delle acque reflue delle città. L'accordo raggiunto a gennaio prevede che, entro il 2035, le acque di scarico delle città dovranno essere sottoposte a un processo di rimozione di materia organica biodegradabile prima di essere scaricate nell'ambiente, in tutti gli agglomerati con più di mille abitanti.
Entro il 2039, il trattamento terziario (ovvero l'eliminazione dell'azoto e del fosforo dalle acque) sarà applicato in tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue che coprono 150mila abitanti equivalenti mentre per il cosiddetto trattamento quaternario - cioè l'eliminazione di un ampio spettro di microinquinanti - sarà obbligatorio entro il 2045. I Paesi dell'Ue saranno tenuti a promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate provenienti da tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, in particolare nelle zone soggette a stress idrico. La presenza di inquinanti chimici nelle acque, comprese le cosiddette 'sostanze chimiche eterne' (Pfas) e le microplastiche sarà "rigorosamente monitorata", anche se non è previsto alcun obbligo specifico.
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