Milanese, una vita alla Banca d'Italia, considerata un'apripista dell'antiriciclaggio a livello nazionale ed europeo: è il profilo di Bruna Szego, indicata dall'Europarlamento per guidare la nuova Autorità europea antiriciclaggio (nel suo acronimo Amla) nel primo round dell'iter di nomina che l'ha vista spuntarla sui candidati di Germania e Olanda, Marcus Pleyer e Jan Reinder de Carpentier.
I tre si sono presentati davanti alle commissioni Economica e per le Libertà civili a Strasburgo per un giro di audizioni a porte chiuse culminato in tarda serata nella scelta ad ampia maggioranza dell'italiana, la più convincente agli occhi degli eurodeputati che si sono espressi a favore con una sola obiezione di minoranza del Ppe. Toccherà ora alla Commissione europea ufficializzare il suo nome con una proposta da sottoporre al voto finale dell'Eurocamera e all'adozione dei Paesi membri.
La prima battaglia, quella sulla sede dell'agenzia, se l'era aggiudicata a febbraio Francoforte. La seconda, sulla presidenza, è dunque destinata a premiare l'Italia. "So che l'Amla ha bisogno della cooperazione degli Stati membri e so che a molti potrà non piacere", ama ripetere Szego, che punta sulla vigilanza prudenziale in Europa: il suo impegno è scongiurare e contrastare i danni reputazionali che conseguono dal riciclaggio su imprese, banche e sistemi Paese. In queste settimane il pressing di Roma per sostenerla è stato forte, con l'auspicio che - in virtù della vittoria del governo di Olaf Scholz sulla scelta della sede - il candidato tedesco, vicedirettore generale in patria del ministero delle Finanze, venisse scartato e il ballottaggio si consumasse con l'olandese, membro del board del comitato unico di risoluzione bancaria (Srb).
Pleyer si è però giocato bene le sue carte con un'adizione giudicata "brillante" da alcuni dei presenti e il forte sostegno dei Popolari guidati dal connazionale Manfred Weber. La performance offerta da Reinder de Carpentier è stata invece descritta come "superficiale". Alla fine, i coordinatori dei gruppi hanno indicato come unico nome la funzionaria entrata nel 1990 a Palazzo Koch, sulla quale il ministro Giancarlo Giorgetti ha fatto quadrato pur avendo indicato all'inizio due nomi, spazzando via anche i timori di ripicche politiche nel post-Fitto, oltre che di un asse Berlino-L'Aja contro Roma. Secondo quanto trapelato, tutti i gruppi hanno sostenuto Szego, seppur alla riunione dei coordinatori il Ppe si sia detto "totalmente non convinto" dalla sua presentazione, chiedendo comunque di inserire nell'indicazione finale un'opinione di minoranza.
Il nome di Szego sarà ora trasmesso alla nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen, chiamata a formulare la proposta finale sulla base del parere degli eurodeputati. Ad attendere l'italiana ci saranno quindi un'ultima audizione pubblica per l'ok finale dell'Eurocamera e l'approvazione a maggioranza qualificata dei governi dei Ventisette. Poi, con oltre 400 dipendenti, a metà del 2025 l'Amla inizierà le sue operazioni nel capoluogo dell'Assia. Ben definito l'impegno: "Un significativo passo avanti nella lotta alla criminalità finanziaria" per "garantire l'integrità del sistema finanziario Ue".
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