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L’Unione e l’Europarlamento
al servizio dei cittadini
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Coinvolgere maggiormente i cittadini nella realizzazione dei progetti finanziati dalla politica di coesione e garantire così dei risultati migliori. E’ questa la sfida a cui sta lavorando da qualche anno la Commissione europea, anche grazie a una serie d'iniziative pilota che vedono l’Italia protagonista. La ricetta utilizzata è quella dei ‘Patti d’integrità’, nati nel 2015 con l’intento di rendere la società civile non solo un semplice beneficiario delle opere realizzate, ma attore fondamentale nel controllo della qualità delle procedure.
Ai Patti si aggiunge poi l’esperienza ormai collaudata di ‘A scuola di OpenCoesione’ (Asoc), un progetto di didattica innovativa che guida gli studenti a scoprire e monitorare i progetti finanziati dall'Unione europea nei suoi Stati membri. Da questo anno scolastico Asoc ha varcato i confini italiani ed è diventato un progetto pilota da sperimentare in altri cinque Paesi membri.
Le iniziative italiane sono state messe in mostra a Bruxelles nelle scorse settimane, durante una conferenza internazionale sulla governance della politica di coesione. L’intento della Commissione era dare rilievo alle buone pratiche italiane su cui l’Ue intende puntare per replicare modelli simili in tutta Europa.
Durante l’evento la Commissione ha infatti lanciato due nuove azioni pilota: la prima mette a disposizione delle autorità di gestione dei fondi Ue l’assistenza degli esperti Ocse per coinvolgere i cittadini e promuovere la trasparenza. La seconda, invece, prevede uno stanziamento di 250mila euro per sostenere nuovi progetti di cittadinanza attiva a livello locale.
Il Patto è un contratto fra una stazione appaltante e gli operatori che vogliono partecipare al bando, nel quale le parti si impegnano a sostenere e condividere principi di trasparenza, correttezza e lealtà. Ogni iniziativa include anche un’organizzazione della società civile che ha il compito di controllare che le parti rispettino gli impegni. In Europa sono 11 i Paesi interessati per 18 Patti e 13 organizzazioni partner.
In Italia ne esistono quattro e a seguirli come enti indipendenti di monitoraggio sono Transparency International Italia (per la nuova metropolitana leggera di Cagliari e l’assistenza tecnica a Regione Lombardia), ActionAid (per l’ampliamento e il rinnovo del Parco archeologico di Sibari, Cosenza), e l'agenzia torinese per la sicurezza e la vivibilità urbana Amapola (per un progetto di sviluppo locale che coinvolge 21 municipi dell’area delle Madonie, Palermo). Da questi è nato un ulteriore progetto a Messina e Palermo chiamato ‘Libellula’, di cui si è fatto promotore la no-profit Parliament Watch Italia.
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In Sardegna è Transparency International l’ente indipendente di monitoraggio che sta seguendo l’appalto della metropolitana leggera di Cagliari. Un progetto da 22,5 milioni di euro che dovrebbe presto vedere la posa della prima pietra. “Stiamo supportando in particolare l’attività di supervisione tecnica, sia a livello di progetto ingegneristico che dal punto di vista economico e legale, per permettere una maggiore trasparenza della gara d’appalto”, sottolinea Elisa Chiesa di Transparency International.
“In questi anni abbiamo anche attivato una serie di iniziative per coinvolgere i cittadini con la sperimentazione delle scuole di monitoraggio civico”, racconta, “e da maggio in poi, quando cominceranno i lavori, faremo un’altra serie di attività per portare sul campo la popolazione e aumentare la loro coscienza civica, attivandoli anche nella mappatura del percorso della metropolitana leggera e nella segnalazione di eventuali ostacoli”.
Un progetto calabrese da 2 milioni di euro, 1,5 dei quali proveniente dalle casse dell’Ue, è invece oggetto del monitoraggio della ong ActionAid. L’iniziativa riguarda l’ampliamento e il rinnovo del Parco archeologico di Sibari (Cosenza), che con i suoi 168 ettari è uno dei più grandi in Europa e custodisce le rovine di una delle più importanti città della Magna Grecia.
“Continueremo a lavorare su questo tema nei prossimi due anni e abbiamo in programma altre scuole di monitoraggio civico per trasmettere a un numero sempre maggiore di persone le conoscenze di base su come funziona la procedura di appalto pubblico”, afferma Paola Liliana Buttiglione di ActionAid. “I progetti a Sibari sono in avanzata fase di esecuzione e dovrebbero concludersi entro quest’anno”, continua, “quindi organizzeremo anche delle visite al cantiere per mostrare i lavori a gruppi di cittadini”.
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La ong torinese Amapola si occupa di monitorare il progetto di sviluppo locale ‘Madonie resilienti, laboratorio di futuro’, che vede come stazione appaltante i 21 municipi appartenenti all’Unione dei comuni delle Madonie. “Oltre a presidiare le procedure di appalto affinché si svolgano in maniera trasparente, ci occupiamo anche di sensibilizzare, informare e coinvolgere i cittadini rispetto al tema della spesa del denaro pubblico sul territorio”, spiega Cristina Massarente di Amapola.
“In un’area interna come quella delle Madonie dove la perdita di popolazione giovane è una delle principali criticità, abbiamo pensato che la nostra opera di coinvolgimento dovesse cominciare proprio dai giovani”, continua Massarente. Nell’anno scolastico 2017-18 Amapola ha quindi avviato un progetto di alternanza scuola-lavoro con gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri ‘Polizzi Generosa’ (Palermo). “Ha funzionato molto bene perché i ragazzi da un lato hanno appreso come si svolge un appalto, dall’altro sono stati guidati nel diventare monitoratori civici di un appalto”, spiega la rappresentante di Amapola. “Visto il successo inaspettato dell’attività, abbiamo deciso di replicarla quest’anno in un liceo classico e di eseguire un prototipo per un nuovo percorso con una scuola media”.
Dall’esperienza dei Patti d’integrità è nato in Sicilia il laboratorio di monitoraggio civico ‘Libellula’. Ideata dalla ong Parliament Watch Italia, l’iniziativa ha visto la luce prima a Messina e ora sta approdando a Palermo. In collaborazione con l’Università di Messina, nella città dello stretto i cittadini monitoreranno l’appalto per un’opera da individuare entro marzo. “Il nostro obiettivo è costruire comunità monitoranti che, intorno a processi di spesa pubblica, possano esercitare effettivo controllo sulle risorse spese”, racconta Giuseppe D’Avella di Parliament Watch.
A Palermo è invece lo stesso Comune a essere partner dell’iniziativa. “A breve sarà individuata l’opera pubblica nella quale provare il cosiddetto monitoraggio civico”, spiega il segretario generale del Comune, Antonio Le Donne. “Attraverso la partecipazione della società civile vi è la possibilità di ripristinare un corretto e positivo rapporto fra pubblica amministrazione e cittadinanza. Farlo poi sulle risorse delle politiche di coesione aumenta il significato e il valore dell’iniziativa”, aggiunge.
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