di Redazione ANSA

Le nuove sfide bussano alle porte

Il 2017 non è un anno qualunque per l’Unione europea. Circondata da un quadro geopolitico sempre più complesso, dal Medio Oriente alla Russia, l’Ue deve passare attraverso elezioni politiche nazionali cruciali come quelle in Francia (aprile) e Germania (settembre), alle quali si aggiunge l’incognita dell’Italia. Non solo, nell’anno in cui si celebrano i 60 anni dei Trattati di Roma, l’Unione affronta un processo inedito nella sua storia: la fuoriuscita di uno Stato membro. Nel frattempo si lavora al rafforzamento della sicurezza interna per rispondere alla minaccia del terrorismo e per costruire un’inedita difesa comune complementare alla Nato. Ma anche per consolidare l’Unione economica e monetaria.

 

La Brexit

La Brexit

Con il referendum del 23 giugno 2016, i cittadini del Regno Unito hanno detto “sì” all’uscita del Paese dall’Ue, la cosiddetta Brexit. L’esito inaspettato della consultazione ha portato alle dimissioni dell’allora primo ministro David Cameron, che dopo una breve ma accesa battaglia interna al suo partito ha ceduto la guida del Paese a Theresa May. I negoziati per la Brexit, però, non sono ancora cominciati. L’Ue non vuole avviarli senza che la Gran Bretagna abbia notificato il suo appello all’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Il governo May ha annunciato che lo farà entro marzo 2017. A condurre i negoziati per la Commissione Ue sarà l’ex commissario Michel Barnier, ma in continuo e stretto contatto con i ministri degli Affari generali e gli ambasciatori degli Stati membri. Ruolo più marginale è stato invece per ora riservato al Parlamento europeo, il cui capo negoziatore è il presidente del gruppo dei liberali (Alde), Guy Verhofstadt.

 


Le riforme Ue

Il sindaco di Roma Umberto Tupini si rivolge ai delegati dei sei Paesi firmatari dei Trattati di Roma, il 25 marzo 1957 - fonte: EC

Nel mezzo di una delle più profonde crisi che si sia mai trovata ad affrontare, l’Unione europea celebra l’anniversario dei suoi trattati fondatori. Sono passati 60 anni da quel 25 marzo 1957, quando vennero firmati i Trattati di Roma, atto di nascita dell’allora Comunità europea, embrione di ciò che oggi è l’Unione europea. Furono Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo a decidere di rilanciare il progetto europeo dopo il fallimento della Ced (Comunità europea di difesa), rigettata tre anni prima dall’Assemblea nazionale di Parigi.

 


Le proposte sul tavolo

Le proposte sul tavolo

Cinque scenari "concreti", senza modifica dei Trattati, per rilanciare il funzionamento dell'Unione europea dopo la Brexit. È quanto delinea il 'Libro bianco' presentato a marzo dalla Commissione europea, che ha lo scopo dichiarato di "mettere pressione ai governi Ue perché definiscano la loro visione per il futuro dell'Europa". La prima idea, "Avanti così", è nel solco dell'attuale, in continuità con la dichiarazione di Bratislava; il secondo si concentra "Solo" sul "mercato unico"; il terzo "Chi vuole di più fa di più", ovvero un'Ue a più velocità; il quarto prevede "Fare meno in modo più efficace", circoscrivendo il campo d'azione; il quinto punta sull'ipotesi federalista "Fare molto di più insieme".
Il tema del futuro dell'Ue è stato affrontato anche dal Parlamento europeo, che a febbraio ha approvato tre distinte risoluzioni sul tema. Strasburgo propone misure che vanno dal potenziamento della governance della zona euro, anche con l'istituzione di un vero e proprio ministro Ue delle finanze, alla nascita di un Fondo monetario europeo. Riforme da realizzare applicando al 100% il Trattato di Lisbona ma, per le proposte più radicali, modificando addirittura i Trattati.

 


Ue, futuro a tappe


Una nuova governance economica

Una nuova governance economica

Considerata come una tappa fondamentale nel processo d’integrazione europea, l’Unione economica e monetaria (Uem) è al centro dell’agenda comunitaria 2017. Secondo quanto stabilito dal rapporto dei cinque presidenti (Commissione, Parlamento, Bce, Consiglio ed Eurogruppo), entro il 30 giugno 2017 dovrà essere ultimata la prima fase della tabella di marcia per approfondire l’Uem e completarla, al più tardi, nel 2025.
Intanto, si continua a lavorare alla creazione di un’Unione bancaria e un Sistema europeo di assicurazione dei depositi (Edis). Mentre continua a tenere banco il tema della “flessibilità intelligente” da applicare sulla sorveglianza dei conti pubblici nell’ottica di favorire la crescita.

 


Sicurezza, difesa comune e lotta al terrorismo

Sicurezza, difesa comune e lotta al terrorismo

La strage al mercatino di Natale di Berlino è solo l’ultimo attentato terroristico di una lunga serie che ha già avuto più volte come teatro il cuore dell'Europa. L’Unione europea sta cercando di rendere i sistemi di sicurezza degli Stati membri sempre più efficaci e interconnessi, ma l’emergenza terrorismo ha reso indispensabile anche fare squadra sui temi legati alla difesa. Il voto sulla Brexit ha accelerato questo processo, essendo la Gran Bretagna storicamente contraria alla creazione di un sistema europeo di difesa. Il 28 giugno 2016, la Commissione Ue ha presentato la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea (Eugs). A luglio Ue-Nato hanno sottoscritto a Varsavia una dichiarazione congiunta di cooperazione. Il 30 novembre la Commissione ha presentato un piano d’azione per rendere più efficiente la spesa degli Stati membri promuovendo la cooperazione nel settore della difesa. Attraverso questi tre pilastri l’Ue vuole dare un nuovo slancio alla propria politica estera puntando a una difesa comune.

 

 


I rapporti con i partner extra-Ue

Federica Mogherini

La Turchia, per le politiche repressive attuate dal governo dopo il fallito golpe contro il presidente Recep Tayyip Erdogan e per la gestione del flusso di migranti in arrivo dal Medio Oriente; la Cina, per la possibile concessione dello status di economia di mercato al Paese; gli Stati Uniti, con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e i negoziati in corso per il Ttip; ma anche la Russia, con i problemi legati alle forniture di gas e all’annessione della Crimea, e i Balcani occidentali, dove una situazione politica sempre tesa e incerta potrebbe minare il processo di avvicinamento all’Ue, sono i grandi ‘fronti esterni’ con i quali l’Unione deve confrontarsi nel 2017.