BRUXELLES - Il 90% degli artisti Ue, intervistati in un sondaggio della campagna di #Payperformers, dichiara di non ricevere alcuna remunerazione per l'utilizzo via streaming delle proprie opere o di ricevere un compenso inferiore ai mille euro all'anno. Così in una nota la società di collecting indipendente per la gestione dei diritti connessi alla musica registrata Itsright, che sostiene per l'Italia la campagna #Payperformers, rende noti i risultati di un sondaggio che ha coinvolto oltre seimila musicisti europei.
"I risultati del survey sono sconfortanti soprattutto se letti nel pieno dell'emergenza Coronavirus che oltre a mettere in ginocchio migliaia di artisti e addetti ai lavori, allo stesso tempo ha visto il mercato dello streaming crescere esponenzialmente a solo vantaggio dei produttori e delle piattaforme" dichiara Itsright.
I dati europei sono in linea con quelli italiani pubblicati lo scorso luglio: il 41% degli artisti, interpreti e esecutori italiani dichiara di non ricevere alcun compenso per la propria musica diffusa in streaming, mentre il 25% dichiara di percepire una somma che varia da 1 a 100 euro. L'obiettivo della campagna è chiedere agli Stati membri di riconoscere agli artisti un'equa remunerazione per la musica condivisa via streaming dalle piattaforme on demand, come previsto dalla direttiva europea sul diritto d'autore. Infine, dal sondaggio emerge che il 68% degli intervistati è favorevole ad affidare alle società di collecting la raccolta e la distribuzione dei propri diritti streaming, ritenendo efficace il loro ruolo nella raccolta dei compensi per la musica trasmessa in televisione, radio o luoghi pubblici.