BRUXELLES - "In questo periodo i licenziamenti, il dumping sociale, la precarietà, in Italia, Inghilterra e Francia, come in tutta Europa, colpiscono i lavoratori dei servizi pubblici culturali. La pandemia di Coronavirus e il suo corteo di tragedie umane, economiche e sociali ci chiedono di unire le forze per imporre trasformazioni profonde e ora urgenti". Così con una nota congiunta i sindacati FP CGIL, CGT Culture (Francia) e PCS Culture Group (Regno Unito).
"Gli anni della crisi economica hanno prodotto tagli alle spese culturali in Europa tre volte superiori a quelle degli altri settori e ancora oggi, nella programmazione 2021-2027 del bilancio comunitario, si prospetta un taglio ulteriore del 20% delle spese destinate alla cultura" denunciano i tre sindacati.
Durante la pandemia la crisi strutturale del Turismo ha avuto un impatto negativo anche nei settori legati all'offerta dei servizi culturali e delle attività culturali e dell'industria creativa. Inoltre i sindacati ribadiscono che "Il progressivo arretramento delle gestioni pubbliche a favore di modelli di gestione privatistica nei servizi connessi all'offerta culturale ha prodotto fenomeni diffusi di dumping salariale, precarietà e perdita di diritti dei lavoratori".
I sindacati si uniscono dunque alle proteste in corso nei rispettivi Paesi e chiedono di ripensare il servizio pubblico culturale, garantire condizioni di lavoro dignitose e stabili.