BRUXELLES - L'Ue boccia l'iniziativa dell'Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, Christian Schmidt, di imporre d'autorità delle modifiche alla legge elettorale del Paese balcanico, una delle questioni più divisive in Bosnia. La decisione è stata annunciata ieri dal cosiddetto 'guardiano degli accordi di pace', autorità incaricata di vigilare sull'attuazione degli accordi di Dayton che misero fine alla guerra negli anni Novanta, e per questo dotata di ampi poteri esecutivi, incluso quello di imporre decisioni vincolanti alle amministrazioni locali.
In merito all'azione intrapresa da Schmidt, l'Ue ricorda che "i suoi poteri esecutivi dovrebbero essere utilizzati solo come misura di ultima istanza contro atti illeciti irreparabili" e sottolinea che "un'ampia supervisione internazionale è incompatibile con il futuro europeo" di Sarajevo, si legge in una nota di Peter Stano, portavoce del capo della diplomazia europea, Josep Borrell. Pur reiterando la necessità che le autorità della Bosnia-Erzegovina "attuino le riforme necessarie garantendo che le elezioni si svolgano in linea con gli standard europei", l'Ue ha espresso "una forte preferenza affinché il Parlamento della Bosnia-Erzegovina si assuma le proprie responsabilità e adotti queste riforme, come i leader della coalizione statale si sono impegnati a fare in tempo per l'attuazione durante le elezioni municipali di ottobre".
Bruxelles si aspetta quindi che "tutte le parti interessate agiscano in modo responsabile e diano prova di moderazione nel periodo a venire" e ribadisce l'impegno a "collaborare con le autorità della Bosnia-Erzegovina per avanzare sul percorso europeo" in linea con la decisione della scorsa settimana dei leader europei di avviare i negoziati di adesione.