"Nel novembre dello scorso anno
dissi chiaramente all'Ue che era assolutamente necessario
fermare gli attacchi predatori incontrollati nelle aree montane
e rurali. Escludendo, ovviamente, lo sterminio dei lupi e senza
stravolgere l'ecosistema di queste zone, ma era chiarissimo che
per difendere concretamente le persone, gli animali da
allevamento e le attività produttive locali servivano soluzioni
adeguate ed efficaci anche a livello europeo". Così in una nota
l'eurodeputato Paolo Borchia, segretario provinciale della Lega
di Verona, commentando la notizia secondo la quale la
Commissione europea avrebbe aperto una consultazione pubblica
per decidere se 'rendere più flessibile' lo status di specie
protetta del lupo.
"Non solo, dichiarai apertamente che la modifica dello stato di
protezione del lupo era estremamente necessaria perché avrebbe
permesso agli Stati Membri di proteggersi da un aumento
importante di questi animali. Ebbene, oggi la Commissione
europea e la presidente Ursula von der Leyen hanno riconosciuto
pubblicamente che l'aumento dei lupi in alcuni territori europei
è una minaccia non solo per gli animali da allevamento, ma
potenzialmente anche per le persone. Ha quindi incoraggiato gli
Stati a prendere contromisure", spiega Borchia.
"Meglio tardi che mai. L'obiettivo, lo ribadisco, era ed è lo
stesso: sviluppare urgentemente - a livello europeo - un
approccio coordinato per supportare i tanti allevatori, penso
per esempio a quelli del mio Veneto, delle province di Verona,
Vicenza, Treviso e Belluno, che subiscono disagi e danni ingenti
dopo gli attacchi al bestiame da parte dei branchi", conclude la
nota.
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