La filiera dell’olio di palma è “in controtendenza rispetto all’aumento dello sfruttamento delle foreste pluviali primarie registrato negli ultimi due anni”, E’ il commento di Pietro Paganini, presidente di Competere.Eu, think tank specializzato nella formulazione di policy di sostenibilità nell’agroindustria e nell’alimentazione, commentando gli ultimi dati di Global Forest Watch (Gfw).
“Purtroppo, il processo di deforestazione è in crescita. Tra il 2021 e il 2022, sono stati erosi 4,1 milioni di ettari di foreste nel mondo – ha dichiarato Paganini – Brasile e Congo RDC sono i Paesi più colpiti. Al contrario, i quattro maggiori produttori di olio di palma (Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala) hanno saputo mettere in pratica soluzioni di sintesi tra interessi economici, cambiamento climatico e sicurezza alimentare”.
Dall’analisi dei dati, Competere osserva che i primi quattro importatori in Europa (appunto Indonesia, Malesia, Colombia e Guatemala) hanno già adottato policy di successo in fatto di lotta alla deforestazione. "Le azioni correttive, impiegate attraverso l’obiettivo di emissioni negative di CO2 entro il 2030 - si legge in una nota del Think Tank - hanno portato a una significativa riduzione della perdita di foreste".
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