Svizzera e Turchia, il futuro in una partita
Entrambe sconfitte al debutto, cercano vittoria per sperare
(dell'inviata Orietta Bonanni) (ANSA) - BASILEA, 10 GIU -
Spinte, calci e pugni in faccia. Un copione da rissa in
piena regola, valido per una scena da film western, e'
diventato invece il dopo-partita di una memorabile sfida
Turchia-Svizzera valida per le qualificazioni ai Mondiali.
Era il 16 novembre 2005, subito dopo il fischio finale allo
stadio di Istanbul scoppio' il finimondo tra le due squadre:
4 a 2 il risultato per la Turchia in fatto di gol, ma poi 3
a 1 (sempre per i turchi) i giocatori-litiganti squalificati
dall' Uefa, con l'aggiunta di 3 partite interne da giocare
in campo neutro per la Nazionale turca, gia' punita
dall'esito del doppio confronto con l'esclusione dal
Mondiale 2006. Sono passati 31 mesi e domani le due care
nemiche si ritrovano dopo quell'infuocato appuntamento a
giocarsi le ultime speranze di sopravvivere in questo Euro
2008, cominciato per entrambe con una sconfitta. C'e' da
sperare che tutte le velenose scorie del ricordo siano
sparite da una parte e dall' altra dato che la sfida di
Basilea (ore 20 e 45) vedra' in campo diversi protagonisti
di quel pugilistico 'terzo tempo' e pure due degli
squalificati di allora (Huggel per la Svizzera e Emre
Belozoglu per la Turchia). Non era certo necessaria la
velenosa zavorra di questi ricordi per dare peso a una
partita gia' sentitissima sui due fronti essendoci in palio
una ultima chance di sopravvivenza in questo Europeo per due
squadre a quota doppio zero (punti in classifica e reti
segnate). E se la Turchia e' uscita dallo 0 a 2 con il
Portogallo con una certa rassegnazione, la Svizzera e'
reduce da un bruciante sconfitta con la Repubblica ceca, non
tanto per lo 0 a 1 quanto per il gravissimo infortunio a
Frei e la rovente polemica scatenata dai giornali contro
l'arbitro Rosetti. Come se non bastasse, altre pesanti
tegole psicologiche si erano abbattute sul capo di Kuhn e
dei suoi giocatori quasi quotidianamente nelle giornate di
vigilia: il ricovero in ospedale della moglie del c.t., gli
acciacchi vari e i recuperi incompleti di elementi
importanti come Barnetta, Muller, Strelle, a cui si aggiunge
quello di Behrami, che dovrebbe pero' essere della partita.
Un rosario di sfortune da far disperare anche chi
superstizioso non e', a cui ha saputo comunque reagire molto
bene tutta la squadra: ''Adesso dobbiamo solo ricordare le
cose positive della partita con i cechi - ha detto
Vonlanthen - perche' abbiamo saputo reggere bene il
confronto con una Nazionale che e' la sesta nella
graduatoria mondiale''. E domani proprio Vonlanthen potrebbe
essere una pedina importante sullo scacchiere tattico che il
c.t. Kuhn sta preparando e che presenta una importante
casella vuota: in attacco il ko di Frei mette ancor piu' a
nudo la ridotta quantita' e qualita' di potenziali
uomini-gol in questa Svizzera visto che Streller accusa da
tempo problemi all' inguine, Derdiyok e' giovane e tenero
mentre Yakin e Vonlanthen sono mezze punte. Il clima da
ultima frontiera dovrebbe scaldare le speranze svizzere
(tanto piu' che fra i rossocrociati ben tre giocatori hanno
origine ottomana, Inler, Yakin e Durdeiyok, 'eredi'' di quel
Turkylmaz, attaccante entrato tra le glorie calcistiche
elvetiche con genitori turchi) ma sicuramente accendera' la
miccia nel cuore e nei muscoli degli uomini di Terim,
abituati storicamente a vivere quasi ogni partita come una
battaglia. Gli acciaccati non mancano nemmeno su questo
fronte, con una difesa che rischia di ritrovarsi senza di
due possenti centrali Servet Cetin, uscito malconcio dal
confronto con Ronaldo e compagni, e Gokhan, che dovra' dare
forfait per problemi ai legamenti del ginocchio sinistro.
Doloranti pure Hakan Kadir e Emre Belozoglu. Da buon
'imperatore' Terim sapra' aggiungere il suo carisma alla
ricerca di una convinta fiducia nel gruppo e dovra' caricare
adeguatamente il suo attaccante-gioiello, Nihat Kahveci,
perche' domani piu' che mai un pallone scaricato in fondo
alla rete vale quanto un lingotto d'oro da mettere al sicuro
nel caveau di una banca. Naturalmente svizzera. (ANSA).