Abete: giorno triste per tutti ma ripartiamo
A colloquio con giocatori e ct, poi lo affianca giorno dopo ko
(ANSA) - BADEN, 10 GIU - Al fianco di Roberto Donadoni, ma
d'accordo con Gigi Buffon nel chiedere scusa agli italiani.
Giancarlo Abete, capodelegazione della nazionale azzurra a
Euro 2008, e il presidente federale che ha fatto firmare al
ct il rinnovo del contratto per altri due anni, fino al
2010. Ora si stringe alla nazionale, ancor prima che al suo
tecnico. ''Abbiamo vissuto un giorno triste e amaro: lo e'
stato per tutti noi, soprattutto per i tifosi. E infatti
Buffon si e' scusato con loro. Pero' la penso come Donadoni:
da questa sconfitta dobbiamo ripartire, le prossime due
partite sono alla nostra portata''. Abete ha parlato a lungo
e piu' volte con il commissario tecnico, gia' ieri nello
spogliatoio, poi a cena e di nuovo oggi; e poi ancora con
molti giocatori, a uno a uno. Ora la priorita' del Club
Italia e' quello di raddrizzare la rotta, evitare di dare
qualsiasi segnale di disgregazione. Soprattutto rispetto a
un allenatore che ha si' due anni di contratto oltre
l'Europeo, ma che sa bene il suo destino: in caso di uscita
anticipata, sarebbe addio. Con il ritorno di Lippi, per il
quale non c'e' neanche bisogno di una telefonata. Cosi'
Abete si e' voluto presentare alla conferenza stampa di
Donadoni, seduto al suo fianco per mostrare il segno della
sua vicinanza. Senza per altro fare a meno di marcare la
distanza, indicando di fatto nelle scuse avanzate da Buffon
la linea di condotta piu' apprezzata. ''Anche nella
qualificazione a questo Europeo - ha ricordato Abete -
partimmo in salita, con un pari e una sconfitta. Poi questa
nazionale ha saputo risalire, e si e' qualificata nel modo
che tutti ricordiamo. Abbiamo i mezzi per riuscirci anche
questa volta: speriamo di riuscirci''. Piu' speranze che
certezze, insomma. E soprattutto la consapevolezza che al
pesante ko di ieri non si possono opporre difese d'ufficio.
''Sono in nazionale dall'89, quando per la prima volta fui
capodelegazione - ha aggiunto Abete - In questi anni abbiamo
vissuto momenti esaltanti e momenti drammatici: questo e'
triste e amaro''. Ha colpito, nelle parole del presidente
della Figc, la citazione del capitano azzurro, di cui e'
stata apprezzata la franchezza nel valutare il peso della
sconfitta. Nessuno, dal Club Italia, si azzarda a mostrare
alcun segno di scollamento rispetto al commissario tecnico
sotto accusa; ma e' chiaro che la sua analisi di oggi non ha
convinto, a partire dalle citazioni dello 'score' della
partita. Sono purtroppo i gol quelli che contano, non i tiri
in porta. E poi i dati in mano al Club Italia dicono anche
altro: ad esempio che il 49% di possesso palla citato dal ct
e' la media dei 90', alzata a favore degli azzurri da un
secondo tempo in cui il vantaggio olandese ha messo l'Italia
in condizione di guidare (56% a 44%) quella inutile
classifica statistica. Insomma, i numeri non sono sinceri
nel dire quanto la nazionale abbia sofferto, e quel che
Donadoni non puo' dire i dirigenti azzurri lo sanno
benissimo. La priorita' ora e' non allargare le crepe aperte
a Berna. Recuperare si puo' ancora, non solo perche' il
motto e' 'la speranza e' l'ultima a morire'. Fallire pero'
l'appuntamento con la Romania vorrebbe dire molto piu' di un
ritorno a casa. Sarebbe un vero fallimento. (ANSA).