Ira azzurri, ecco il patto dei 'bamboccioni'
Un'accusa ''ingiusta'' e scatta la sindrome da accerchiamento
(ANSA) - BADEN (AUSTRIA), 11 GIU - Giovani, ricchi, famosi e
forse anche viziati. Ma bamboccioni, quello proprio no: gli
azzurri non vogliono sentirselo dire. Sara' perche' oggi a
parlare sono stati tre giocatori d'esportazione, Toni il
tedesco, Zambrotta lo spagnolo e Grosso il francese. O forse
e' perche' in genere i calciatori vanno via da casa che sono
bambini, per andare lontano senza troppe certezze di
carriera. Ma tra le tante accuse del processo all'Italia
quella che non e' andata giu' e' proprio questa: essere
catalogati con il soprannome rifilato dall'ex ministro Padoa
Schioppa su misura per i ragazzi italiani che tardano a
spiccare il volo e a camminare con le proprie gambe, lontano
da casa.
''Noi bamboccioni? chi lo ha detto non e' intelligente'',
e' la piccata risposta di Luca Toni a chi gli chiedeva del
titolo in prima pagina di Repubblica. ''Bamboccioni davvero
non lo siamo, parlo per me e parlo per i compagni'', gli ha
fatto eco Fabio Grosso. ''A forza di stare in Francia,
dimenticavo che l'Italia e' questa - aggiunge il terzino
'emigrato' al Lione un anno dopo il Mondiale - Si fanno
tante critiche inutili e superflue: quelle su come
giochiamo, ok, ma le altre?''. Che senso hanno, si chiede
Grosso. ''Non ci ero piu' abituato, ora si' che mi ritrovo e
mi sento a casa...Ma noi siamo grandi e vaccinati, altro che
bamboccioni''.
Un effetto benefico, pero', il processo mediatico alla
nazionale e alle sue indolenze sembra averlo provocato,
forse anche al di la' delle intenzioni: i giocatori mostrano
di aver ritrovato la loro 'sindrome' da accerchiamento che
tanto bene fece due anni fa, in Germania. ''Leggiamo certe
cose, e non le condividiamo: non c'e' qualcosa in
particolare che ci ferisce - e' il messaggio di Grosso -
Diciamo che non siamo d'accordo: ma va bene lo stesso. La
nostra linea ora e' questa, ed e' una linea comune:
isoliamoci da quel che c'e' intorno''.
Dalle voci di tensioni sul ritardo con cui il ct da' la
formazione, e dai sussurri di fermenti di spogliatoio: altro
che patto tra senatori, il vero patto e' quello dei
'bamboccioni''. ''L'Italia e' sempre cosi' - osserva
Zambrotta - non c'e' equilibrio. Vinci e sei un fenomeno,
perdi e diventi uno qualunque''. Ma con un imponibile di un
certo peso e di solito una tribu' a carico: dunque, per
definizione, il contrario di bamboccione.