L'ora di Cassano, Italia appesa al suo estro
Per Zambrotta fara' gol, ma ct dice: a volte mi fa arrabbiare
(Dell'inviato Francesco Grant) - ZURIGO (SVIZZERA), 16 GIU -
Antonio, cosa succede domani? Glielo chiede tutta Italia,
non solo quella qui in trasferta a Zurigo e i 22 compagni. E
lui uscendo dallo spogliatoio dello stadio Letzigrund passa
col solito sorriso sbarazzino - stavolta un misto di
felicita' e imbarazzo - e allarga le braccia. Non lo sa
neanche lui, come finira' questo Francia-Italia, a
prevederlo non basterebbe neanche il suo estro calcistico
visionario. Piu' probabile che senta e non dica cosa lo
aspetta, lui che in campo ci si metterebbe sempre e dal
primo minuto, col talento piu' che col ragionamento.
E' l'ora di Cassano. Ma stavolta Roberto Donadoni non gli
da' certezze come fu invece con Del Piero prima di
Italia-Romania Quelli sono piccoli vantaggi possibili solo
per giocatori-totem, non per un eccentrico. Pero' e'
arrivato il momento, dal primo minuto come probabile o
ancora una volta dopo, e in qualunque momento sara', Cassano
al suo secondo Europeo deve mostrare riconoscenza al ct che
lo ha voluto a suo rischio e pericolo. Ha faticato a lungo,
il ct, ad ammettere che la chiamata in azzurro del talento
ribelle del calcio italiano - nell'anno della rinascita alla
Samp e della sceneggiata all'arbitro Pierpaoli - era la sua
scommessa. E ora che la puntata arriva davvero, per
riacciuffare la qualificazione, Donadoni gli tira anche un
po' le orecchie.
''Si', in alcune sue giocate mi rivedo - dice il commissario
tecnico - Anche se giochiamo in due posizioni diverse. Lui
ha una propensione al dribbling maggiore, ma una minore
attitudine ai rientri in copertura. E per questo alle volte
mi fa arrabbiare''.
Per il resto, il soggiorno azzurro di Cassano e' stato tutto
un sorriso, una sequela di giochi e risate in campo. E
perfino il capodelegazione azzurro, Giancarlo Abete, ha
rivelato di aver 'legato' con il ragazzaccio di Bari dentro
al ritiro di Baden, quando tutti gli altri azzurri usavano
il giorno libero per uscire con le mogli e lui se ne restava
nella hall a guardare in tv le partite. Cassano in poltrona:
ma non e' uno spreco? ''Quando e' entrato, lui ha sempre
dato una grande mano a questa Italia - le parole di
Zambrotta, uno dei pochi a sbilanciarsi su quanto la
nazionale abbia bisogno di Cassano - Io dico che domani
fara' il gol decisivo''. Magari non come il 19 giugno del
2004, a Guimares, quando la sua rete alla Bulgaria lo fece
prima esultare e poi piangere. Svezia e Danimarca avevano
sfornato un 2-2 deleterio per l'Italia, fini' con Cassano in
lacrime.
Oggi neanche a lui, il genio della lampada azzurra, si puo'
chiedere di leggere il futuro: Antonio Cassano da Bari puo'
solo indossare la maglia dell'Italia - domani bianca come il
candore della sua sfrontatezza - e dribblare, lanciare,
sorprendere, inventare. Con i piedi, le mani non sono il suo
forte. Per questo le allarga, a chi gli chiede come andra' a
finire. (ANSA)