De Rossi uomo d'oro, centrocampo azzurro e' suo.
Due anni fa espulso ai mondiali, ora leader: tutti lo vogliono
- Valeva oro fino a ieri, oggi la sua quotazione sui mercati
europei sara' di sicuro salita. Su quello azzurro, invece,
Daniele De Rossi non ha di fatto valuta di scambio. Perche'
dopo l'assenza alla prima - per Donadoni solo una
coincidenza con lo 0-3 dall'Olanda - il numero 10 azzurro si
e' preso a forza il centrocampo dell'Italia. E ora che il
quarto con la Spagna va affrontato senza Gattuso e Pirlo,
Donadoni si deve ancor di piu' affidare alla sua
intelligenza calcistica.
Quanti sanno tutti i segreti del calcio mercato
assicurano che Real Madrid, Barcellona e Inter farebbero
carte false per avere questo ragazzo di Ostia, nato adulto
nel pallone, e oggi se possibile ancora piu' maturo. Per lui
c'e' un almeno un club - ma anonimo - disposto ad offrirgli
un contratto in bianco: niente da fare, il ragazzo di Ostia
vuole prolungare con la sua Roma dopo questo Europeo,
andando oltre il limite del 2009. Con un ritocco di
ingaggio, certo, dai 3 milioni di euro fino a 5 lordi. Ma
nulla di fronte all'oro col quale mezza Europa lo
coprirebbe, per avere a disposizione la sua completezza
calcistica. Il complimento piu' bello per papa' Alberto, il
tecnico delle giovanili romaniste che lo ha visto crescere
in giallorosso senza mai voler incrociare le due strade, e'
sentir dire che quel ragazzo ha una gran testa. A 18 anni
l'esordio in Champions, a 19 in A nella Roma di Capello, a
22 gia' papa'. Quando si dice i segni della vita. Oggi tutti
i club piu' importanti lo considerano uno dei piu' forti
centrocampisti del mondo, nel ruolo: come Gerrard, Lampard,
Fabregas, generazione di fenomeni nella zona nevralgica del
campo, li' dove le sorti di una partita prendono il bivio,
subire o imporre. ''Non so se quella contro la Francia sia
stata la mia partita perfetta, di certo e' stata una delle
mie piu' belle in azzurro'', diceva nella zona mista del
Letzigrund, rammaricandosi solo di un fatto, non aver avuto
la piccola Gaia sugli spalti a vederlo segnare.
''Sono arrivati a scrivere che l'abbraccio a mia figlia
prima dell'Olanda era per nervosismo...'', aveva detto prima
della sfida decisiva con la Francia, confermando pero' che
l'esclusione decisa da Donadoni non l'aveva digerita poi
cosi' facilmente. ''Ci credevo anche io''. Di ferite, nella
sua carriera, ne ha dovuto curare. Come le accuse dopo
l'espulsione ai Mondiali 2006, in Usa-Italia, quella
gomitata a McBride che gli costo' quattro giornate e qualche
accusa di bullismo di troppo. Una pagina nera, confesso' un
giorno ad amici, ma riferito piu' a quel che dissero di lui.
Era il 17 giugno 2006, esattamente due anni dopo De Rossi si
e' ripreso l'Italia. Con la Spagna sara' fatica doppia,
Gattuso e Pirlo sono squalificati. Dunque nuova rotazione,
Camoranesi a destra, Ambrosini a sinistra, forse di nuovo
Perrotta dietro le due punte o se serve Aquilani. Ma quando
tutto ruota, un punto fisso ci deve essere. E ora quello
azzurro si chiama Daniele De Rossi.