Bilancio Platini: ha vinto calcio d'attacco
Presidente Uefa: ma non vuole essere critica a Italia e Francia
(ANSA) - VIENNA, 28 GIU - Platini e il calcio spettacolo, un
legame che non si scioglie. Lo praticava sul campo, cercava
d'insegnarlo da allenatore della Francia, lo vede rinato
adesso che e' il presidente dell'Uefa. E' proprio questo il
grande messaggio di Euro 2008 , che ha avuto un giro
d'affari di 700 milioni di euro e un utile netto di 27
rispetto a quello del 2004 in Portogallo: per 'Le Roi'
Michel, e non solo per lui, e' stato il torneo piu'
spettacolare degli ultimi anni. ''Per merito delle regole
che adesso proteggono i giocatori migliori - sottolinea l'ex
fuoriclasse Juve - e soprattutto di quei tecnici che hanno
dato un'impostazione offensiva alle loro nazionali. Li
ringrazio, il calcio d'attacco di quasi tutte le squadre e'
l'immagine piu' bella di questi Europei, assieme a quella
dei tifosi delle varie squadre che fraternizzano: il calcio
che piace a me e' questo''. ''Ma questa - si affretta a
precisare Platini, che conserva anche il gusto delle
'stilettate' verbali - non vuol essere una critica a Italia,
Francia e Grecia''. Come dire che Donadoni, Domenech e
Rehhagel (ma per lui non e' certo una novita') avrebbero
potuto fare qualcosa di piu', ''ma non voglio parlare della
situazione di questi allenatori, perche' non e' cosa di mia
competenza. Se dicessi qualcosa di Domenech, subito qualcuno
si sentirebbe autorizzato a chiedermi di Donadoni''. L'atto
finale sara' in linea con questa visione del ritorno del bel
calcio ''perche' Germania-Spagna sara' una partita tra due
squadre che hanno meritato di arrivarci, in cui puo'
succedere di tutto. Il mio non e' un pronostico diplomatico,
perche' sono il presidente dell'Uefa: lo penso veramente''.
Confessa di essersi svegliato con una sensazione strana,
''quella di poter restituire alla Spagna (consegnandole la
coppa se vincera', ndr) cio' che le tolsi da giocatore''. Ci
ha pensato al punto di avere invitato domani all'Happel
Stadion l'uomo al quale segno' una delle due reti che
nell'84 diedero il titolo continentale alla Francia,
quell'Arconada esempio della grande tradizione di portieri
baschi (fu il successore di Iribar e il predecessore di
Zubizarreta), ma che in quell'occasione si fece passare la
punizione del grande n.10 sotto la pancia. ''Pensava che il
mio invito fosse uno scherzo, poi si e' convinto. Gli ho
detto che quel gol non fu colpa sua - racconta Platini,
ridendo - ma merito mio. Tirai in modo imparabile: nessun
portiere l'avrebbe presa, almeno fatemelo credere''. In
attesa di consegnare la Coppa Delaunay 2008 a Ballack o
Casillas, a Platini in queste ore della vigilia il lavoro
non manca. ''Sto incontrando i rappresentanti di ogni
federazione nazionale - spiega - per un parere
sull'allargamento del numero delle partecipanti. La
decisione verra' presa dall'Esecutivo di Bordeaux, a
settembre, ma dovra' essere la piu' democratica possibile''.
Ma un Europeo a 24 squadre, cioe' con quasi la meta' delle
53 federazioni affiliate, non risulterebbe livellato verso
il basso, e piu' povero tecnicamente? ''Se qui ci fossero
state anche Inghilterra, Scozia, Bulgaria e Ucraina, pensate
davvero che sarebbe stato peggio? - dice Platini - Io ho
vinto un Europeo a otto squadre, ma non e' stato piu' bello
di questo a 16. Certo che rimane molto difficile segnare 9
reti in un torneo del genere (lui ci riusci' nell'84 ndr)''.
Intanto le federazioni hanno detto si', e l'Europeo
allargato e' sempre piu' vicino. Dal 2016, ma non e' escluso
anche dal 2012, se l'Uefa sara' costretta a revocare la
prossima edizione togliendola a Polonia e Ucraina, e
affidandola magari a Italia e Francia. In settembre, a
Bordeaux, si decidera' se far rimanere Euro 2012 in Polonia
ed Ucraina. ''La lista dei problemi e' lunga, e non viene
dall'Uefa ma dai diretti interessati - sottolinea il
presidente della federcalcio continentale - Dico che faremo
di tutto, anzi piu' del possibile, per far si' che la
manifestazione rimanga nei due paesi che l'hanno ottenuta a
Cardiff. Andro' li' di persona il 3 luglio, per parlare e
vedere come stanno le cose. Ma una cosa e' certa: se le due
capitali, Varsavia e Kiev, non potranno avere i loro stadi,
allora Euro 2012 si fara' da un'altra parte''. E non e'
detto che sia l'Italia, che non ha alcun diritto di
precedenza ma rimane comunque nel cuore di Platini, gioco
degli azzurri a parte.