Un calo di circa 12 punti
percentuali dell'indicatore Trimestrale dell'Economia Regionale
(Iter) per la macroarea del Nord Est, che comprende
Emilia-Romagna, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Lo
rileva il documento presentato questa mattina dalla sezione di
Trieste della Banca d'Italia relativo all'aggiornamento
congiunturale sull'economia del Friuli Venezia Giulia nel primo
semestre del 2020.
Secondo quanto esposto, nell'industria manifatturiera regionale
le vendite si sono fortemente contratte del 8,8%, sia sul
mercato interno sia soprattutto su quello estero, così come una
diffusa contrazione dell'attività si è registrata anche nel
comparto dei servizi, dove si è sofferto anche il crollo delle
presenze turistiche nel periodo gennaio-luglio (-61%).
Nel primo semestre sono calati del 14,5% i traffici portuali,
principalmente per effetto del petrolio, e l'attività è
sensibilmente diminuita anche nel settore delle costruzioni,
frenata dell'andamento negativo del mercato immobiliare in cui
le transazioni si sono ridotte di quasi un terzo.
Allo stesso tempo, alla fine del primo semestre i prestiti
bancari alla clientela residente in regione sono cresciuti del
4% e i depositi bancari di famiglie e imprese hanno continuato a
crescere del 6,9% su base annua. Quest'ultimo dato, è stato
spiegato, segnala una tendenza a posticipare gli investimenti in
attesa di tempi meno incerti.
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