(Ripetizione corretta al secondo capoverso)
(di Francesco De Filippo)
Fincantieri nel ricordarne la
figura l'ha definito "un grande condottiero". Giuseppe Bono,
roccioso calabrese di Pizzoni (Vibo Valentia), morto oggi
all'età di 78 anni, è stato a lungo un grande manager dell'
industria pubblica, fedele alle istituzioni, convinto che
pubblico può essere non solo bello ma anche redditizio.
E' stato alla guida per venti anni (aprile 2002-aprile 2022)
di Fincantieri. I primi passi li muove nella società Omeca
controllata da (nella società Omeca controllata da...rpt) Fiat e
Finmeccanica. Quindi inizia il suo percorso da manager pubblico
entrando in una delle tre grandi finanziarie di Stato, l'Efim,
della quale per tre anni è direttore generale. Passa poi a
Finmeccanica con lo stesso ruolo, per poi diventarne
amministratore delegato.
L'ingresso in Fincantieri arriva nel 2002, come
amministratore delegato. E nei 20 anni di guida ha trasformato
radicalmente la società da carrozzone che "faceva" bilancio con
fondi pubblici in un colosso, prima italiano e poi
internazionale. Una delle poche realtà, in grado di competere
con i potentissimi cantieri asiatici del settore navalmeccanico.
Al rilancio della compagnia Bono ha fatto seguire un
percorso di internazionalizzazione acquisendo per primo nel 2009
un gruppo che a tutti sembrava decotto - l'americano Marinette,
fornitore di riferimento della U.S. Navy e della U.S. Coast
Guard - ma che nel tempo si sarebbe rivelato un successo: oggi è
il primo cantiere non statunitense ad essere aggiudicato
commesse per la Us Navy. Nel 2013 fu la volta di Stx Osv, oggi
Vard, leader nella costruzione di mezzi di supporto alle
attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale,
con stabilimenti in Norvegia, Romania, Vietnam e Brasile. Su
queste basi Bono ha spinto la Fincantieri verso l'export di navi
militari (Qatar, Algeria, Egitto, India). Infine, nel comparto
crocieristico ha saputo arricchire il parco clienti passando da
un mono committente, a praticamente tutti gli armatori del
comparto. Tanto che oggi una nave da crociera su tre che
incrocia nei 7 mari del pianeta è uscita da uno degli 8 cantieri
italiani (o degli altri nel mondo).
Bono aveva anche tentato una 'campagna di Francia': intendeva
acquisire i non brillanti ma storici Chantiers Saint-Nazaire
(poi Stx, poi Chantiers de l'Atlantique) per costituire un polo
europeo, convinto che in epoca di globalizzazione l'unica
soluzione per sopravvivere è quella di unirsi, accorpare le
forze. La Francia di Hollande reagì bene, poi però con l'ascesa
al potere di Macron, lo spirito nazionalistico prese il
sopravvento. La Commissaria alla Concorrenza Vestager, cui si
erano rivolti anche i tedeschi, fece il resto. Si raggiunse
comunque un accordo ma lontano da ciò cui si aspirava. A Lione
nel settembre 2017, si costituì una alleanza tra Fincantieri e
Naval Group, nel settore civile, nel 2016 era stata costituita
Naviris, joint venture paritaria (50/50) con gli stessi
protagonisti, nel militare.
Convincenti furono altre due tappe di Bono, in Italia: lo
sbarco in Borsa e la ricostruzione del Ponte di Genova.
Tantissime le espressioni di cordoglio, dal presidente
Mattarella, che lo aveva insignito Cavaliere del Lavoro (la
Francia gli avrebbe conferito la Legion d'Onore), alla premier
Giorgia Meloni, "l'Italia lo piange, è una perdita dolorosa";
dal ministro dell'Economia Giorgetti - "grande dispiacere" aveva
"passione e amore per l'industria italiana" - a Landini,
"controparte non facile ma affidabile".
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