"Allo stesso modo in cui comprare
un telescopio e osservare le stelle non rende una persona un
astrofisico leggere alcune brevi rilevazioni sugli inquinanti
atmosferici al di fuori di un quadro d'insieme non è sufficiente
per tracciare un'analisi esaustiva della qualità dell'aria". Lo
afferma l'assessore regionale alla Difesa dell'Ambiente, Fabio
Scoccimarro, in merito all'iniziativa di Legambiente inerente la
concentrazione del biossido d'azoto (NO2) nell'aria di Trieste.
Secondo l'assessore, "i dati Arpa mostrano che i livelli NO2
su tutto il territorio regionale rispettano i limiti previsti
dalla vigente normativa. Questi ultimi si riferiscono alla media
annuale e a superamenti orari, dato che tale inquinante, come
molti altri, ha un comportamento estremamente legato alla
stagionalità. Di fatto le concentrazioni di biossido d'azoto
sono più alte nel periodo freddo e inferiori nei periodi caldi;
proprio per questo motivo le rilevazioni effettuate per periodi
brevi possono portare a valutazioni non sempre rappresentative
di quello che è il comportamento di lungo periodo. Il biossido
di azoto è uno degli inquinanti presi in considerazione dal
Piano regionale di qualità dell'aria, da poco approvato, che
prevede delle specifiche misure atte a ridurne ulteriormente la
presenza, tra cui l'elettrificazione delle banchine portuali e
la riduzione delle emissioni legate al trasposto su gomma".
Il monitoraggio di questo inquinante, spiega Soccimarro,
"come di tutti gli altri normati, è effettuato istituzionalmente
dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente, che predispone
delle relazioni annuali e mette a disposizione giornalmente sia
i dati rilevati sia le previsioni delle concentrazioni per
cinque giorni. Queste valutazioni sono fatte su tutto il
territorio regionale, integrando le rilevazioni in siti fissi
con la modellizzazione numerica".
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