Un lampo di gloria. Quattro anni di preparazione e tutto il mondo concentrati in meno di 10 secondi: otto uomini jet tra i blocchi di partenza e una riga in fondo al rettilineo, e attorno a loro centinaia di milioni di persone che trattengono il fiato in ogni angolo del pianeta.
Sono i 100 metri, la gara regina delle Olimpiadi, l'essenza della velocità. Una filosofia di vita. Correrli vuol dire superare i limiti del tempo e del corpo. Sono 100 metri che rendono il vincitore un simbolo dell'umanità, e bastano una manciata di attimi, conditi di esplosività, muscoli, reattività, istinto. Dal primo olimpionico di cui fu tramandato il nome - Koroibos, vincitore nel 776 a.C. della corsa veloce o 'stadio' - a Usain Bolt, i 100 metri sono le Olimpiadi.
Come gli atleti, la tecnologia cerca di superare i limiti: vivi nella fotogallery che segue l'emozione dell'istante della partenza prima ancora che la gara sia conclusa.
Vince Bolt in 9"81 e la foto della partenza viene pubblicata prima ancora del suo arrivo (foto di Ettore Ferrari)