Il parco macchine utensili e sistemi di produzione installato nell'industria italiana risulta più vecchio di quello di cinque anni fa. In particolare, nel 2019, l'età media dei macchinari di produzione presenti nelle imprese metalmeccaniche del paese è risultata la più alta mai registrata. E' quanto emerge dalla ricerca Il Parco macchine utensili e sistemi di produzione dell'industria italiana, ideata da Ucimu-sistemi per produrre, l'associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con Fondazione Ucimu, realizzata con il contributo di Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Ice Agenzia e Unioncamere.
Di contro cresce il grado di automazione e integrazione degli impianti, segno che le misure di incentivo alla competitività in materia 4.0 hanno avuto i primi effetti. L'indagine, effettuata con cadenza decennale e giunta alla sesta edizione, arriva ad appena cinque anni dalla precedente, con l'obiettivo di misurare i primi effetti della politica industriale 4.0. L'età media del parco macchine installato nelle fabbriche, emerge dalla ricerca, è risultata pari a 14 anni e 5 mesi, in crescita di 1 anno e 9 mesi rispetto alla precedente rilevazione quando il dato era risultato già decisamente poco brillante. Si tratta dell'età più alta mai registrata dal 1975. Questo dato dimostra che l'industria italiana non riesce ad abbassare l'età media del suo parco macchine e ciò desta evidente preoccupazione.
"Dai risultati della ricerca emerge la tendenza all'allargamento della forbice tra imprese che investono e crescono in competitività e imprese che restano ferme", afferma Barbara Colombo, presidente di Ucimu - sistemi per produrre. "I provvedimenti - aggiunge - per sostenere l'ammodernamento del parco macchine e per incentivare la transizione 4.0 del manifatturiero del paese hanno prodotto effetti interessanti ma non ancora sufficienti ad assicurare la trasformazione digitale del metalmeccanico. Per questa ragione occorre che le misure attualmente operative, quali il credito di imposta per gli acquisti in nuove macchine tradizionali e con tecnologia 4.0, proseguano oltre il 2022. Anche in considerazione del crescente gap tra imprese innovative, per lo più realtà con almeno 100 addetti, e imprese ferme alle tecnologie di vecchia concezione, tipicamente di dimensione ridotta chiediamo alle autorità di governo di rendere queste misure strutturali, così da permettere alle aziende di fare piani di investimento di medio lungo-termine, attraverso i quali cadenzare i programmi di acquisto. Inoltre parallelamente a ciò chiediamo che sia allungata anche l'operatività della misura del credito di imposta per la formazione (che oggi, nel calcolo, contempla anche il costo del formatore) così da assicurare alle imprese un corretto supporto per l'aggiornamento del personale".