Quello dei macchinari industriali, dai computer alle ai prodotti di ingegneria meccanica, è un settore che per l'Italia significa tanto. Il comparto genera il 28% del valore aggiunto della manifattura e il 4,7% del valore aggiunto nazionale, con un fatturato di oltre 230 miliardi di euro e oltre 860mila addetti. Questo nel pre-Covid. Gli effetti della pandemia hanno colpito duramente tutta la filiera. A fare il punto sul quel che è stato e quel che potrebbe accadere nel settore 'Machinery' è uno studio condotto da Ey, Cassa depositi e prestiti e Luiss Business School. Un Report alla base del digital talk 'Italia Riparte'.
Al dibattito ha preso parte la responsabile dei mercati dell'area mediterranea di Ey, Stefania Radoccia, sottolineando come la pandemia abbia bloccato la produzione nel comparto: "provocando un calo verticale dei ricavi, tra il 16% e il 23%. E le stime indicano un aumento del 20% della disoccupazione, una volta che verranno meno lo stop ai licenziamenti e la copertura della cassa integrazione". Il rischio, spiega Radoccia, è che viste le conseguenze della pandemia la Cina potrebbe "diventare un competitor sempre più irraggiungibile". E già ha superato i secondi in classifica gli Stati Uniti, distanziandoli non di poco: il fatturato cinese in questo settore è cinque volte quello degli Usa
Ora per Radoccia è importante intervenire in aiuto del comparto con "velocità". E la prima cosa da fare, sostiene, "è dare liquidità e sostegno patrimoniale a queste aziende, mantenendo vivo il settore" e così permettendo alla filiera di agganciare anche lo sviluppo tecnologico.
"Spingere su programmi come Industria 4.0 per riattivare la domanda della manifattura, interna ed estera", è la ricetta di rilancio indicata dal capo economista di Cassa depositi e prestiti, Andrea Montanino, che ricorda come l'iniziativa si sia dimostrata di successo. Ecco che per Montanino finanziare progetti sulla stessa linea di Industria 4.0, magari attraverso i fondi che arriveranno dall'Unione europea, "aiuterebbe a sostenere anche le aziende del comparto dei macchinari industriali".
Le imprese attive nel settore dei macchinari industriali sono d'altra parte un fiore all'occhiello della manifattura italiana. Basti pensare ai prodotti dell'ingegneria meccanica, reputati un'eccellenza a livello internazionale. Una voce che da sola cuba 145 miliardi di fatturato.
Per non soccombere alla concorrenza e alle ripercussioni dell'emergenza sanitaria le aziende del comparto devono però affrontare "la sfida" che attiene alla loro taglia: "oggi per affrontare la competizione occorrono dimensioni e intensità d'investimenti diversi, necessari per seguire certe traiettorie tecnologiche", osserva il direttore della Business School, Paolo Boccardelli. Una svolta che è percorribile, evidenzia, non solo ricorrendo a "investimenti propri, diretti, ma anche attraverso partnership ed aggregazioni con altre imprese". Occorre, suggerisce Boccardelli, andare oltre il modello del distretto ed aprire il settore "a una dimensione nuova".
Al dibattito ha preso parte la responsabile dei mercati dell'area mediterranea di Ey, Stefania Radoccia, sottolineando come la pandemia abbia bloccato la produzione nel comparto: "provocando un calo verticale dei ricavi, tra il 16% e il 23%. E le stime indicano un aumento del 20% della disoccupazione, una volta che verranno meno lo stop ai licenziamenti e la copertura della cassa integrazione". Il rischio, spiega Radoccia, è che viste le conseguenze della pandemia la Cina potrebbe "diventare un competitor sempre più irraggiungibile". E già ha superato i secondi in classifica gli Stati Uniti, distanziandoli non di poco: il fatturato cinese in questo settore è cinque volte quello degli Usa
Ora per Radoccia è importante intervenire in aiuto del comparto con "velocità". E la prima cosa da fare, sostiene, "è dare liquidità e sostegno patrimoniale a queste aziende, mantenendo vivo il settore" e così permettendo alla filiera di agganciare anche lo sviluppo tecnologico.
"Spingere su programmi come Industria 4.0 per riattivare la domanda della manifattura, interna ed estera", è la ricetta di rilancio indicata dal capo economista di Cassa depositi e prestiti, Andrea Montanino, che ricorda come l'iniziativa si sia dimostrata di successo. Ecco che per Montanino finanziare progetti sulla stessa linea di Industria 4.0, magari attraverso i fondi che arriveranno dall'Unione europea, "aiuterebbe a sostenere anche le aziende del comparto dei macchinari industriali".
Le imprese attive nel settore dei macchinari industriali sono d'altra parte un fiore all'occhiello della manifattura italiana. Basti pensare ai prodotti dell'ingegneria meccanica, reputati un'eccellenza a livello internazionale. Una voce che da sola cuba 145 miliardi di fatturato.
Per non soccombere alla concorrenza e alle ripercussioni dell'emergenza sanitaria le aziende del comparto devono però affrontare "la sfida" che attiene alla loro taglia: "oggi per affrontare la competizione occorrono dimensioni e intensità d'investimenti diversi, necessari per seguire certe traiettorie tecnologiche", osserva il direttore della Business School, Paolo Boccardelli. Una svolta che è percorribile, evidenzia, non solo ricorrendo a "investimenti propri, diretti, ma anche attraverso partnership ed aggregazioni con altre imprese". Occorre, suggerisce Boccardelli, andare oltre il modello del distretto ed aprire il settore "a una dimensione nuova".
In collaborazione con:
EY