Polizze sulla vita con beneficiari inconsueti come amici e colleghi oltre che parenti. Oltre 130 mila euro investiti da Salvatore Romeo in 15 anni e stipulati in favore anche della sindaca, Virginia Raggi, e poi di ex fidanzate, attivisti M5S e impiegati comunali. E poi causali "fantasiose": da "figlia", scritto da chi figli non ne ha, a "motivi affettivi".
Denaro che, per chi indaga, ha un'origine non illecita e investimenti che, si sottolinea, da cui non è emerso nulla di penalmente rilevante. La Procura di Roma precisa che nel risiko di polizze stipulate da Romeo non sarebbe emerso per ora nessun meccanismo di autofinanziamento o un'utilità corruttiva. Ma gli accertamenti puntano a capire ratio e modus del "sistema polizze", ovvero perché Romeo decise di investire in quella maniera e perché avrebbe indicato quei beneficiari. "Li stimavo e le polizze le ho stipulate perché offrivano un rendimento certo", la spiegazione dell'ex capo della segreteria.
Il caso polizze potrebbe intrecciarsi con la vicenda delle comunarie che incoronarono Virginia Raggi candidata sindaco M5s a Roma, comunarie già gravate dall'inchiesta su un presunto dossier per fare fuori Marcello De Vito, il competitor più accreditato che poi perse. Ma anche qui Romeo respinge ogni illazione: "Le polizze non hanno a che vedere con M5S né sono state aperte a favore di suoi esponenti per favorire Virginia Raggi alle primarie per la scelta del Sindaco di Roma".
Anche gli attivisti-beneficiari delle polizze, ascoltati dai pm, hanno escluso meccanismi opachi di autofinanziamento ma via Facebook uno dei fondatori del Movimento, Vittorio Bertola, sembra rompere gli indugi e spiegare quello che definisce "il giochino". "Da parecchi anni si sono diffuse - scrive sul suo profilo - polizze vita che in realtà sono contenitori di soldi da investire". Uno strumento "molto meno tracciabile di una mazzetta in contanti". Per Bertola, "io che voglio un favore dal futuro sindaco di Roma prima delle elezioni prendo una polizza e lo nomino come beneficiario; dopodiché, se lui vince e mi fa il favore, io faccio passare il tempo minimo necessario e poi riscatto la polizza e lui incassa, altrimenti cambio di nuovo il beneficiario e mi tengo i soldi".
Il riferimento potrebbe essere alla nomina di Salvatore Romeo, ora oggetto d'inchiesta, arrivata sei mesi dopo le polizze a favore di Raggi. Altro capitolo il presunto dossier per ostacolare la corsa di Marcello De Vito. Sul punto Daniele Frongia, altro fedelissimo del sindaco, taglia corto affermando che "non esiste alcun dossier contro di lui". Come non esiste un coinvolgimento di Raffaele Marra sul presunto dossier: "tra noi non c'è stato alcun contatto da novembre 2013 alla primavera 2016", spiega, precisando che i contatti furono ripresi dopo la vittoria della Raggi alle comunarie. Una vittoria su De Vito arrivata dopo il ritiro di Frongia che fece convergere i suoi voti sull'attuale sindaca. Una stagione, quella della corsa al palazzo Senatorio, che sembra fare emergere trame e veleni in M5S. E ora indagano anche i magistrati di piazzale Clodio.