"Faremo ricorso al tribunale
competente contro questi nuovi fermi. Più i tribunali italiani
si pronunciano a favore delle navi umanitarie, più il governo
italiano impone detenzioni arbitrarie. Questo è inaccettabile
per un paese in cui vige lo stato di diritto". Lo afferma Juan
Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere per la
ricerca e il soccorso in mare,dopo il doppio fermo disposto per
la Geo Barents giunta a Genova con 206 migranti soccorsi nel
Mediterraneo centrale.
Il primo provvedimento di fermo di 60 giorni è stato emesso
in base al decreto Piantedosi e si basa sulle ricorrenti accuse
di non aver rispettato le istruzioni della guardia costiera
libica durante un'operazione di soccorso avvenuta lo scorso 19
settembre. Il secondo, emesso il 23 settembre, ha fatto seguito
a un'ispezione molto approfondita del Controllo dello stato di
approdo (Psc) della nave, che ha rilevato otto carenze tecniche.
Per quanto riguarda il primo fermo, per la ong "la
motovedetta della guardia costiera libica è arrivata quando
avevamo quasi concluso l'operazione, più di cinque ore dopo la
prima segnalazione di queste persone in difficoltà. Sono
arrivati, hanno minacciato di sparare e hanno effettuato manovre
insicure e intimidatorie intorno alle persone in difficoltà e
all'équipe di soccorso". Sul secondo, aggiunge Msf, "la nostra
nave aveva superato con successo le precedenti ispezioni. Con
questa, sembra esserci l'intenzione di assicurarsi che non
torneremo presto in mare. Ci stiamo muovendo per risolvere
rapidamente queste carenze e tornare in mare per evitare altri
morti ".
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