"La partita di tennis Italia-Corea del Sud nel 1981 a Sanremo fu abbastanza semplice, finita tre a zero la seconda giornata, niente a che vedere con i mondiali di calcio del 2002, d'altronde i coreani non erano quelli di adesso che sono un'ottima squadra". Così l'allenatore della nazionale e vincitore della Coppa Davis 1976 Corrado Barazzutti intervistato dall'ANSA in occasione della mostra fotografica a ingresso libero a palazzo della Borsa fino a domani 'Regione Liguria, i nostri primi 50 anni' ricorda la vittoria dell'Italia nello spareggio retrocessione del gruppo mondiale della Coppa Davis disputati sulla terra rossa di Sanremo dal 2 al 4 ottobre 1981 e vinto dall'Italia per 4-1. Una partita decisiva quella giocata sul campo del Solaro per la permanenza della nazionale tra le 16 nazioni del del World Group di Coppa Davis.
Nella prima giornata Barazzutti vinse il singolare con Woo-Ryong Lee, seguì un'altra vittoria di Adriano Panatta nel singolare e un'altra del doppio Panatta-Bertolucci nella seconda giornata. A risultato acquisito Barazzutti fu sconfitto in cinque set da Choon-Ho Kim e nella terza giornata la squadra azzurra ottenne il quarto punto con Gianni Ocleppo.
"Il match di Sanremo fu per noi un incontro abbastanza facile, giocammo al Solaro, mi ricordo quando scesi in campo con il risultato acquisito e persi con un coreano al quinto set.. - richiama alla memoria Barazzutti - La nazionale di tennis di allora era una squadra particolarmente ben equipaggiata, eravamo tutti dei giocatori tra i migliori del mondo, con uno dei doppi migliori del mondo e giocatori che sapevano adattarsi su tutte le superfici. Una squadra che per cinque, sei, forse sette anni, è stata protagonista di grandi vittorie, una semifinale in Sud Africa quando eravamo tutti giovanissimi, tre finali di Coppa Davis". "Non abbiamo mai giocato una finale in casa, abbiamo sempre giocato fuori casa. - rimarca - Abbiamo dato continuità, dimostrandoci una delle squadre più solide e consistenti nel panorama tennistico mondiale vincendo anche una Coppa Davis.
Adesso abbiamo una squadra che ha un potenziale molto alto che credo che possa eguagliare e anche superare in futuro i risultati che abbiamo fatto noi. - aggiunge il ct di Fabio Fognini - Anche se la nuova formula della Davis, rispetto a quella che abbiamo giocato noi, è una 'passeggiata di salute', la nostra era molto più impegnativa, dava un valore più significativo della forza della squadra e dei giocatori, si giocava tre su cinque, tre giorni singolo-doppio, per cui era molto impegnativa come competizione, per vincere una Coppa Davis non era sufficiente giocare bene per due set, dovevi vincere due singolari e un doppio".
"Purtroppo il covid ha influito già molto sul nostro mondo provocando dei danni giganteschi come li ha prodotti in tutte le attività produttive, - sottolinea Barazzutti - il tennis muove un indotto economico molto importante, penso che purtroppo questo virus starà in mezzo a noi almeno un altro anno, almeno così dicono, quindi le cose non cambieranno nel breve periodo e dobbiamo essere pronti alla ripartenza".